GALLARATE – Erano pronte a svaligiare alcune abitazioni in città, ma l’occhio attento degli agenti ha evitato che raggiungessero il loro obbiettivo. È successo nel pomeriggio di ieri, lunedì 3 giugno, quando durante un servizio di controllo del territorio, l’attenzione della Volante del commissariato di Gallarate è stata attirata da due giovani donne, entrambe incinte, che si aggiravano con fare sospetto lungo la via Buonarroti, motivate probabilmente ad individuare il miglior immobile da saccheggiare.
Due ladre professioniste con una lunga carriera
Nonostante il tentativo di evitare i controlli, le due donne sono state accompagnate negli uffici del commissariato per essere sottoposte a rilievi foto dattiloscopici, che hanno confermato i sospetti degli agenti: erano delle ladre professioniste, a loro carico infatti risultano numerosi precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio. In particolare a carico di entrambe, cittadine italiane di etnia Rom di 25 e 20 anni, residenti nel campo nomadi di Baranzate, sono emersi un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale di Venezia, per l’esecuzione di una condanna alla reclusione di 3 anni, 5 mesi e 23 giorni e del pagamento di 720 euro di multa, e un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla corte d’appello di Milano. Entrambi i provvedimenti, l’uno di condanna definitiva e l’altro di natura cautelare e di aggravamento della precedente misura degli arresti domiciliari, sono la conseguenza dei reati contro il patrimonio commessi dalle due donne. La perquisizione personale effettuata a carico delle due ha confermato ancora una volta che ci si trovava di fronte a due ladre professioniste; nella borsa di una delle due sono stati infatti trovati gli “attrezzi del mestiere”: una forbice, un cacciavite ed una torcia a batteria che venivano sottoposte a sequestro. Terminati i controlli, anche sanitari, visto lo stato di gravidanza di entrambe, le due donne sono state arrestate e accompagnate nel carcere femminile di Como e contemporaneamente proposte alla Divisione Anticrimine della Questura di Varese, per l’emissione di un provvedimento di divieto di ritorno Gallarate.