Gli anticorpi della solidarietà

UNO SGUARDO NUOVO VERSO IL FUTURO. INSIEME A PAPA FRANCESCO

Dopo tante settimane di rigore e di impegno civile per contrastare la diffusione del coronavirus, si comincia a guardare con un po’ di speranza al futuro. Non entriamo nel merito di quando e come intraprendere il percorso verso il ritorno alla normalità, perché ci sono fin troppi “saggi” che si occupano di questa cosa, meglio soffermarci invece sull’esortazione di Papa Francesco per il dopo-epidemia. Il Papa, sulla rivista spagnola Vida Nueva, ha indicato un “piano per risorgere” dopo il Covid-19. Il virus, dice, ha provocato grande dolore ma ci ha fatto riscoprire un’unica famiglia. È il tempo di fissare un nuovo sguardo sul mondo, mettendo in circolo gli anticorpi della solidarietà. Non possiamo riscrivere la storia “girando le spalle alle sofferenze degli altri”.

L’invito alla gioia del Papa potrebbe sembrare una provocazione o uno scherzo di cattivo gusto di fronte alle gravi conseguenze dell’epidemia: ci sono famiglie duramente colpite dal dolore per la perdita dei propri congiunti, persone che tutt’ora lottano in un letto di rianimazione per sopravvivere, persone segregate in due locali con i figli, artigiani, piccoli imprenditori e commercianti che non sanno se domani riapriranno o no la propria attività, persone che non sanno più come portare un piatto di cibo in tavola. Eppure, nonostante questo scenario terribile, il coronavirus ci ha fatto un dono importante. Ci ha fatto capire che nessuno si salva da solo. Ci ha fatto capire la fragilità di cui siamo fatti singolarmente, ma anche la forza della solidarietà che ci accomuna: ed è questa solidarietà che dovrà caratterizzare il nostro futuro, il futuro del dopo-coronavirus.

Come ha evidenziato il Papa, il mondo si sta chiedendo chi tirerà via la “pietra tombale della pandemia che, fra lutti e angoscia per il futuro, minaccia di seppellire ogni speranza”. Ebbene sarà la nostra umanità a spazzare via questa pietra tombale grazie agli anticorpi della solidarietà che il coronavirus ci ha lasciato. Ce lo hanno insegnato in queste settimane medici, infermieri, commessi nei supermercati, addetti alle pulizie, custodi, trasportatori, forze di sicurezza, volontari, nonni, educatori e coloro che non hanno smesso di fare il loro dovere, nonostante tutto.

Questa rubrica è dedicata ai nostri lettori: raccontateci la vita ai tempi del coronavirus. La vostra vita. Mandateci via mail (coronavirus@malpensa24.it) foto e commenti di situazioni domestiche, di ciò che fate, di ciò che accade e di come state vivendo questi giorni difficili, le vostre riflessioni, i vostri quesiti. E noi pubblicheremo.

Tutti gli articoli della rubrica La vita ai tempi del coronavirus