Il ciclone Covid-19 sull’economia nei dati trimestrali di Confindustria Alto Milanese

legnano industria legnanese indagine

LEGNANO – Effetti «gravi e senza precedenti» sull’attività produttiva: sono le conseguenze delle misure di contenimento del Covid-19, come illustrate dall’indagine congiunturale di Confindustria Alto Milanese per il primo trimestre 2020. Produzione industriale in picchiata per i settori moda e meccanico, non solo a causa del lockdown, ma anche per un contesto dell’economia italiana già indebolito. Ancora in crescita, invece, il trend per le aziende chimico-plastiche. Il fatturato ha registrato un leggero calo rispetto al periodo precedente, grazie al fatto che il blocco delle attività è stato introdotto solo a fine marzo; in lieve discesa anche le scorte di prodotti finiti. Il portafoglio ordini ha evidenziato una flessione marcata e generalizzata, con maggiore rilevanza per gli ordinativi nazionali e minore per quelli esteri. Nel periodo si è rilevata una piccola riduzione del costo delle materie prime e una certa stabilità nei prezzi di vendita dei prodotti.

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Produzione e ordini in picchiata, previsioni negative

Il clima di fiducia delle imprese, che già a fine 2019 era improntato alla cautela, con gli eventi di inizio anno è decisamente peggiorato. Manca la propensione a effettuare investimenti in nuovi macchinari e impianti: il 74% delle aziende del campione dichiara che non effettuerà spese in conto capitale nei prossimi sei mesi. Nonostante l’abbassamento del costo dei finanziamenti e i meccanismi dei decreti del Governo per favorire l’accesso al credito delle imprese, l’emergenza ha spostato le priorità verso l’ottenimento di liquidità per mantenere la continuità aziendale. Negativa anche la previsione di fatturato per il prossimo semestre: l’84% del campione si attende una contrazione delle vendite, l’11% stabilità e solo il 5% un aumento. Anche il mercato del lavoro ha risentito della situazione economica, con un ulteriore decremento dei livelli occupazionali rispetto al trimestre precedente.

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Il quadro nei singoli settori produttivi

Meccanico. Primo trimestre 2020 in flessione per produzione industriale e fatturato. Il portafoglio ordini conferma un andamento differenziato tra commesse interne e ordini esteri, anche se entrambi in rallentamento, più marcato dal lato nazionale, meno sul fronte oltre confine. Il clima di fiducia è decisamente negativo. Le aspettative a sei mesi prevedono una riduzione del fatturato per l’89% delle imprese, in linea con le indicazioni più generali, mentre per gli investimenti è salita al 74% (rispetto al 53% del periodo precedente) la quota di aziende che non hanno in programma spese in conto capitale. Sostanzialmente uguali i livelli occupazionali.

Tessile-abbigliamento e calzaturiero. Contrazione per produzione, fatturato, e anche portafoglio ordini interni ed esteri, seppur più contenuta. Invariati i costi delle materie prime impiegate nel processo produttivo e i listini prezzi, con un impatto poco rilevante nel contesto attuale. Fra le imprese del comparto moda permane l’incertezza che ha caratterizzato i mesi passati, ma ancor più accentuata: nei prossimi sei mesi l’attesa è di una ulteriore perdita del fatturato e non vi sono manifestazioni di volontà a investire.

Lavorazione materie plastiche e chimico. Trimestre positivo per la produzione del settore chimico/plastico, con grado di utilizzo degli impianti industriali ritenuto soddisfacente e fatturato in crescita per il 54% delle imprese intervistate: numeri che seppure tecnicamente buoni sono comunque in diminuzione rispetto al trimestre precedente, al trend del 2019 e alle aspettative sul 2020. Gli ordinativi nazionali sono scesi rispetto al trimestre scorso; quelli esteri aumentano a velocità ridotta rispetto al passato. Le scorte di prodotti finiti scendono, come i costi della materie prime e i listini di vendita. Il clima delle aziende del comparto è cauto: le attese di fatturato per il semestre a venire sono negative per il 69% delle imprese, al di sotto della media del campione, così come l’intenzione di effettuare nuovi investimenti positiva solo per il 31%.

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