Il Manifesto per il No al referendum: da Busto mobilitazione trasversale

BUSTO ARSIZIO – «A Busto si sa dire no». L’assessore ed ex sindaco Gigi Farioli, commissario cittadino di Forza Italia, sottolinea con orgoglio il Manifesto per il No al referendum, un’iniziativa nata dal basso a Busto Arsizio che, in questi giorni in cui le forze politiche si stanno dividendo sul voto del referendum confermativo del taglio dei parlamentari, rappresenta un po’ un unicum sul nostro territorio. Una mobilitazione trasversale, che unisce esponenti di diversa estrazione politica. «Il costo di un caffè non vale il prezzo di una democrazia» sottolinea Laura Bignami, già senatrice del Movimento X (ex M5S), facendo riferimento al risparmio per le casse dello Stato, stimato in 60 milioni di euro all’anno.

Chi ha aderito

Oltre a Farioli e Bignami, in calce al Manifesto ci sono le firme dell’altra senatrice della passata legislatura Erica D’Adda (PD), oltre a quelle di attuali assessori (Osvaldo Attolini, in quota Noi con l’Italia, e Laura Rogora, di Forza Italia) e consiglieri della maggioranza di centrodestra (Donatella Fraschini, Paolo Genoni e Roberto Ghidotti di Idee in Comune, Francesca Tallarida e Orazio Tallarida di Forza Italia) ma anche di ex consiglieri dell’opposto schieramento, come Salvatore Vita (LeU) e Giampaolo Sablich (Movimento X, ex M5S). In campo per il No anche noti esponenti politici della città (anche gli ex assessori Franco Castiglioni, Alessandro Chiesa, Mario Cislaghi e Claudio Fantinati) e professionisti più o meno schierati politicamente.

Le motivazioni del No

«Nessun vero risparmio, nessun miglioramento del Parlamento, gruppi di pressione sempre più forti, segreterie di partito sempre più potenti» e, in definitiva, «un pericolo grandissimo per la nostra democrazia»: queste le motivazioni contenute nel documento. Ad ispirare la mobilitazione trasversale è stato in parte anche l’incontro di lunedì sera al Museo del Tessile, organizzato dal Comitato per la Difesa della Costituzione, che ha visto partecipare, anche qui, esponenti di diversi schieramenti (non tutti poi firmatari del Manifesto), uniti dalla volontà di esprimersi pubblicamente per il No al di là delle appartenenze. Sempre al Museo del Tessile, questa sera, 18 settembre, alle 21, alla vigilia del “silenzio elettorale”, ci sarà un dibattito sul referendum che vedrà confrontarsi Alessandro Alfieri, senatore del Pd per il Sì, e Marco Di Maio, deputato di Italia Viva per il No. Organizza Politics Hub.

Il testo del manifesto

REFERENDUM CONFERMATIVO DEL 20 E 21 SETTEMBRE

Il prossimo 20 e 21 settembre si voterà il referendum sul taglio dei parlamentari. Lo consideriamo sbagliato e voteremo convintamente No.

Purtroppo molti partiti, tutti quelli che hanno approvato la riforma in Parlamento, voteranno SI per timore di andare contro il pensiero emotivo dell’opinione pubblica. La paura di perdere consenso prevale sulla difesa della verità.

Le nostre ragioni:

1) Nessun vero risparmio – Non è previsto un risparmio significativo per il bilancio dello Stato. Il minor numero di parlamentari permetterà di ottenere un risparmio di circa 60 milioni di euro all’anno; siamo 60 milioni di italiani, quindi 1 euro all’anno a testa. Meno del costo di un caffè all’anno in cambio di una riduzione della rappresentanza! Un risparmio che non porterà giovamento alle casse dello Stato: la spesa pubblica italiana ammonta a oltre 800.000 milioni di euro all’anno e si può ben comprendere come 60 milioni, pari allo 0,007%, non diano certo un contributo significativo al risanamento dei conti pubblici.

2) Nessun miglioramento del Parlamento – La riduzione dei parlamentari non migliorerà la qualità del Parlamento e non modernizzerà il Paese. Negli anni scorsi abbiamo visto come la riduzione del numero dei consiglieri comunali e regionali, fino all’eliminazione di quelli provinciali, non ha certo migliorato la qualità dei provvedimenti.

3) Gruppi di pressione sempre più forti – La riduzione dei parlamentari aumenterà la forza delle lobby, che dovranno agire su un numero minore di soggetti che possono prendere decisioni. Per i gruppi di pressione sarà certamente più semplice intervenire sulle Commissioni Parlamentari del Senato o della Camera in cui siederanno pochi senatori o deputati.

4) Segreterie di partito sempre più potenti – Meno parlamentari non significa affatto meno condizionamenti delle segreterie dei partiti. È vero il contrario: finché la legge elettorale passerà dalle liste bloccate, decise dalle segreterie dei partiti, meno parlamentari significherà ancora più potere nelle mani dei pochi che comporranno le liste. Di conseguenza  aree meno centrali e metropolitane così come intere regioni avranno un drastico taglio di rappresentanza che diminuirà fortemente il rapporto cittadino elettore – eletto e farà crescere quello dell’eletto dai vertici. Quindi, meno spazio per i giovani, meno possibilità di promuovere amministratori locali capaci e competenti per rappresentare le istanze delle realtà locali.

5) Questa riforma nasconde un pericolo grandissimo per la nostra democrazia. Tagliare spazi di rappresentanza e quindi spazi di democrazia effettiva, riduce “il governo del popolo”. La democrazia, per quanto imperfetta, rimane la migliore forma di governo. Perderla è un pericolo che sempre si è annidato nelle pieghe della storia, dove spesso le derive autoritarie hanno preso il via sull’onda di scelte populiste che hanno indebolito la democrazia reale.

Ecco cosa c’è in gioco dietro la scelta che siamo chiamati a fare tra meno di dieci giorni. Se vincesse il No, daremmo un colpo possente all’antipolitica e a questa idea che sta portando all’indebolimento, se non alla distruzione della nostra democrazia.

Per questo invitiamo tutti ad andare a votare e a votare NO.

Busto Arsizio, 16 settembre 2020

Firmato:

Attolini Osvaldo – Assessore; Bignami Laura – già Senatrice; Binaghi Franco – Giornalista; Bottigelli Adelio – Associazione Libertas; Bottigelli Mario – Associazione Libertas; Caputo Antonella – Professionista; Castiglioni Franco – Imprenditore; Chiesa Alessandro – già Assessore; Cicero Paolo – già Consigliere Comunale; Cislaghi Mario – già Assessore; D’Adda Erica – già Senatrice; Fantinati Claudio – già Assessore; Farioli Gigi – Assessore; Fraschini Donatella – Consigliere Comunale; Genoni Paolo – Consigliere Comunale; Ghidotti Roberto – Consigliere Comunale; Maggi Michele – Avvocato; Pozzati Franco – Imprenditore; Rogora Laura – Assessore; Sablich Giampaolo – già Consigliere comunale; Tacchi Enrico – Comitato nazionale per il NO; Tallarida Francesca – Consigliere Comunale; Tallarida Orazio– Consigliere Comunale; Vita Salvatore – già Consigliere Comunale

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