Il Pd in provincia di Varese gira le spalle a Renzi. Gadda tentenna, Librandi no

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VARESE – Il Partito democratico di Varese non segue Matteo Renzi. E tra i big solo Maria Chiara Gadda, renziana in terra varesina, tentenna sul da farsi. Mentre Gianfranco Librandi, deputato saronnese, sta, senza se e senza ma, con l’ex premier. Insomma lo strappo del leader fiorentino non creerà, per il momento, grandi stravolgimenti nella geografia piddina del Varesotto. Anche se i temi posti da Renzi nell’annunciare il suo addio, dicono alcuni militanti di peso «sono importanti e non possono essere liquidati con leggerezza o pettegolezzi».

I big non si muovono

Alessandro Alfieri, senatore e uomo di riferimento del Partito democratico in provincia di Varese è stato il primo a fare chiarezza sulla sua posizione con un post sulla sua pagina Facebook: «La mia casa politica è il Pd». E anche a muoversi. Le indiscrezioni dicono, infatti, che Alfieri abbia già convocato un gruppo ristretto (ma non troppo) per lunedì 23 settembre. Scontato l’argomento della riunione: lo strappo di Renzi e la scelta di campo da fare (per alcuni è ancora tempo di riflessioni) o da confermare per chi invece resta.

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Come non cambia la geografia

Manca ancora la conferma ufficiale del diretto interessato, ma anche l’ex segretario provinciale e oggi consigliere regionale Samuele Astuti dovrebbe restare nel Partito democratico. Come anche il sindaco di Varese Davide Galimberti, il quale però al momento non si sbilancia. Così come due padri nobili del partito, ovvero Daniele Marantelli e Giuseppe Adamoli. Non si muovono e (forse) nemmeno si sono posti il problema Martina Cao, consigliere provinciale e membro dell’Assemblea nazionale; Andrea Civati, assessore comunale a Varese; Margherita Silvestrini, consigliere comunale a Gallarate e responsabile Sanità nel direttivo provinciale, Giovanni Pignataro, capogruppo in consiglio a Gallarate; Anna Zambon dei Gd di Gallarate e il gallaratese Carmelo Lauricella consigliere comunale e provinciale. Anche Paolo Bertocchi, renziano della prima ora e che in tempi non sospetti manifestò entusiasmo per la proposta Calenda, al momento viene dato di nuovo in quota Pd. Pochi scompigli anche in Valle Olona: Luigi Monfrini a Fagnano, Leonardo Richiusa a Olgiate e Gianni Bettoni a Castellanza non si muovono. E anche a Busto, dove tra gli esponenti storici quali Valerio Mariani, Walter Picco Bellazzi, Erika D’Adda, Angelo Verga è in corso certamente una riflessione, ma che di fatto potrebbe confermare (in gran parte) le attuali posizioni. Meno scontata è la posizione di Massimo Brugnone, al momento, un po’ defilato, nel Pd.

Giallo Gadda

Abbiamo inseguito per ore la deputata fagnanese del Partito democratico. Ma l’unica risposta è stata il suo telefono che a lungo è squillato a vuoto. Insomma Maria Chiara Gadda non scioglie il dilemma. E che il suo sia un silenzio di riflessione lo confermano tutta una serie di voci che girano tra i militanti. E che parlano di una indecisione, o meglio di una sua non ancora convinta presa di posizione. Chi invece, in provincia di Varese, potrebbe passare con Renzi sono Giacomo Bonanno e Roberto Adamoli, il quale a suo tempo aveva sostenuto la mozione Giachetti.

Certezza Librandi

gianfranco librandiChi non ha dubbi sul passo da compiere è Gianfranco Librandi, deputato vicino a Giacchetti e alla corrente “Sempre avanti”. L’esponente politico saronnese, va ricordato, che è sempre stato vicino a Matteo Renzi, che tempo fa è stato anche ospite nella sua azienda, la Tci, durante un tour in alcune aziende d’eccellenza della nostra provincia.

Le reazioni nel partito

Anche se in comune c’è la scelta di restare nel Pd, le reazioni sono differenti. C’è chi nemmeno si è posto il problema e ha liquidato lo strappo di Renzi come “tattica di palazzo”, chi rimane convinto sulle proprie posizioni ma invita a non snobbare i temi messo sul tavolo dall’ex leader, “sui quali anche noi dovremo confrontarci” e chi guarda con qualche sospetto chi, pur essendo vicino a Renzi, soprattutto a livello nazionale, non ha ancora fatto il grande passo: “Bisogna capire perché non tutti i renziani sono passati di là – dicono e aggiungono – il timore è che più avanti si possa verificare un ulteriore e pesantemente travaso”.

Il segretario provinciale

Insomma al momento nel partito varesino non tira aria di tsunami. C’è dibattito sulle varie chat dei militanti, ma si tratta di un confronto sereno “e – dicono gli insider – anche costruttivo”. Di certo il segretario Giovanni Corbo ora si trova a gestire una fase importante e anche delicata, se non nei numeri degli addii, nel suo significato politico. E il Pd della provincia di Varese non è certo Besnate, il paese dove Corbo è sindaco amato, come hanno appena confermato le urne.

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