Il Santo che fa sobbalzare il centrodestra

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Per chi ritiene il pluralismo delle opinioni una condizione imprescindibile del confronto democratico (Malpensa24 sta, senza se e senza ma, da questa parte) la polemica sulla presenza di Marco Travaglio alla kermesse gallaratese di Duemilalibri può sembrare eccessiva. Di sicuro non è eccessiva per Forza Italia, che ha posto più di una pregiudiziale sul fatto che uno dei maggiori detrattori di Silvio Berlusconi, cioè il direttore del Fatto Quotidiano, sia stato invitato a presentare “Il Santo”, volume che non risparmia aspri e spiazzanti racconti sull’ascesa imprenditoriale e politica dello scomparso leader di Arcore. Ma non c’è da stupirsi. Fin dal 12 giugno, giorno della morte di Berlusconi, i forzisti di tutto il Paese hanno avviato la sua beatificazione, chiedendo nelle sedi istituzionali e non solo, intitolazioni di tutto quanto può essere intitolato a suo nome, dagli aeroporti alle piste ciclabili, dagli impianti sportivi alle piazze, senza esclusione alcuna.

La Regione Lombardia, per fare un esempio, ha già dedicato il belvedere della sua sede milanese all’ex presidente del consiglio. Scontata la reazione negativa delle opposizioni di centrosinistra alla vasta azione commemorativa, anche con comportamenti per nulla ortodossi, anzi, irrispettosi in molte assemblee civiche chiamate a un minuto di silenzio in ricordo dell’uomo politico. Certo, un politico divisivo, che anche dopo morto, forse soprattutto dopo morto, continua a dividere e a suscitare polemiche. Ma che cosa possiamo aspettarci dai “suoi” di Forza Italia? Che applaudano Travaglio? I berlusconiani fanno i berlusconiani e, dal loro punto di vista, con giusta ragione. Specialmente in un esecutivo di centrodestra, come a Gallarate, che organizza una importante manifestazione libraria e, accanto ad altri appuntamenti di livello culturale, inserisce un faccia a faccia con Marco Travaglio.

Dov’è la notizia? Nel fatto che una maggioranza guidata dalla Lega e alla quale partecipano Fratelli d’Italia e, naturalmente, Forza Italia, dia spazio al giornalista che più di altri ha combattuto Berlusconi. Che sia pluralismo, può essere. Che sia una scelta politicamente inopportuna vista da destra, è vero. Anche se sullo sfondo fanno capolino certe incomprensioni tra alleati, sinora tenute sottotraccia per una serie di questioni (inchiesta Mensa dei poveri), ora pronte ad esplodere in tutte la loro consistenza. Per dirla in un altro modo, la polemica su Duemilalibri ha tutta l’aria di essere soltanto la punta dell’iceberg. Anche se nel comunicato in cui Forza Italia stigmatizza l’invito a Travaglio sfiora soltanto gli aspetti politici, concentrandosi invece sulla richiesta di dimissioni del curatore della rassegna, il giornalista Luigi Mascheroni. Non proprio l’ultimo arrivato, firma di punta de Il Giornale, schierato col centrodestra, vicinissimo alla famiglia Berlusconi.

Cosa commentare ancora? L’impressione è che tutto, come sempre, finirà in una bolla di sapone. Perché a nessuno conviene pigiare sull’acceleratore, almeno per il momento. Con la facile giustificazione che, tutto sommato, una giunta di centrodestra è capace di ospitare uno scrittore che getta fango sullo storico personaggio dello schieramento, a differenza, pensano in molti, di una sinistra chiusa in se stessa, che mai aprirebbe le porte ad autori schierati dalla parte opposta, com’è spesso accaduto anche in provincia di Varese. Nel frattempo, però, c’è chi fa notare come “Il Santo” (titolo chiaramente provocatorio) metta tutti nello stesso calderone, a cominciare dal sottotitolo della prima pagina: “Beatificano B. per continuare a delinquere”.  Affermazione che non attiene sic et simpliciter alla categoria del libero pensiero, ma apre a considerazioni di tutt’altro tenore, fino a considerarla un’offesa bella e buona.

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