Inaugurazione di piazza Vittorio Emanuele a Busto, Speroni: “La Lega non ci sarà”

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BUSTO ARSIZIONel suo intervento su Malpensa24, Gian Franco Bottini l’ha stuzzicato definendolo “paggio silenzioso” rispetto alle note e diffuse polemiche sull’inaugurazione di piazza Vittorio Emanuele II a Busto Arsizio. Ora Francesco Speroni, già ministro delle Riforme, ex parlamentare europeo e senatore della Repubblica, attuale segretario cittadino della Lega, replica alla provocazione di Bottini. E dà una notizia: nessun militante leghista parteciperà alla cerimonia di sabato mattina in piazza.

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Gianfranco Bottini, nella sua opinione sul caso dei Savoia a Busto, pur riconoscendomi la primogenitura delle perplessità sull’evento di piazza Vittorio Emanuele II, mi accusa di essere divenuto un silenzioso paggio; peraltro dignitoso professionista in molti stati, anche dell’Unione europea, retti da una monarchia.
Sistema che ho sempre avversato, come dimostrano, fra l’altro, le mie interrogazioni sull’uso di titoli nobiliari, in contrasto con la XIV disposizione della costituzione, anche da parte di soggetti facenti capo allo stato repubblicano, come la radiotelevisione pubblica; ciò non mi esime dal rilevare che se l’ospite del 17 novembre non può definirsi principe, appellare il suo atavo signor Vittorio Emanuele II contrasta con il suo essere stato re, come anche la repubblica riconosce.
Quanto al paggio silenzioso, il mio ultimo intervento è stato ieri su un quotidiano nazionale; silenziosi sono stati soprattutto coloro che solo adesso si sono svegliati, tacendo quando la notizia si diffuse.
E se è vero che non mi sono accanito contro Emanuele Filiberto, è stato perché, come lo stesso Bottini ha rilevato, non si sapeva che sarebbe stato ufficialmente accompagnato da un codazzo di monarchici, la cui presenza farà sì che nessun militante leghista parteciperà, neppure istituzionalmente, alla cerimonia; ulteriori iniziative sino alla crisi della giunta darebbero importanza politica a chi non ne ha.
Circa i Savoia, è ben nota la mia distanza da tale monarchia, responsabile della sanguinosa unità; distinguo tuttavia i singoli componenti, fra cui Eugenio, difensore dell’Europa contro l’invasione musulmana, e Mafalda, morta in un campo di concentramento degli alleati del padre.
Ho apprezzato che siano state indette azioni contro l’operato della dinastia, purtroppo con il limite del novecento, tralasciando le malefatte del secolo precedente, come la carneficina di Genova, il massacro di Milano, l’inizio del colonialismo italiano.
Fatti dimenticati, per cui i Savoia sono ben rappresentati nella repubblica, dove l’altare della patria continua a chiamarsi Vittoriano in onore di Vittorio Emanuele II, cui rimane intitolata la galleria di Milano e la cui statua si erge di fronte al Duomo. E se a Busto via Elena e via Mafalda di Savoia hanno mutato intitolazione, ad un omonimo e a un antenato del contestato ospite restano dedicati viale Emanuele Filiberto di Savoia, duca d’Aosta, e quella piazza Vittorio Emanuele II da cui l’attuale diatriba trae origine.

Francesco Enrico Speroni

 

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