Inchiesta della procura di Busto sulla piazzola ecologica di via Tibet

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La piazzola ecologica di via Tibet a Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO – La procura della Repubblica di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo sulla piazzola ecologica di via Tibet, gestita da Agesp. Si tratta di un’inchiesta che riguarderebbe presunte inadempienze strutturali, come l’inadeguatezza della pavimentazione e del cancello d’ingresso. La conferma arriva dal direttore generale della multiservizi, Gian Franco Carraro, che rende anche noto di aver ricevuto un avviso di garanzia e di aver nominato un suo avvocato di fiducia. Con lui sarebbero stati “avvisati” la dirigente dello specifico settore e il presidente Agesp Gampiero Reguzzoni, che però dichiara di non avere avuto notifiche da parte della magistratura: “Personalmente non ho in mano alcun avviso di garanzia in merito alla questione”.

Il sopralluogo

La vicenda giudiziaria sarebbe nata da un sopralluogo effettuato nelle scorse settimane da tecnici della Provincia di Varese e da un esposto che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato presentato dal titolare di una delle aziende contigue alla piazzola ecologica, in zona industriale. Dall’accertamento sarebbero emerse alcune inadempienze rispetto a lavori per la pavimentazione (in via Tibet vengono raccolti vetro e lattine), al cancello principale d’ingresso, oltre ad altri particolari sempre di natura strutturale. Nulla di clamoroso o di penalmente rilevante, evidentemente. Ma sufficiente per allertare la procura della Repubblica e generare il caso.

Il problema della cornacchie

“Da parte nostra” afferma il direttore Carraro “stiamo intervenendo per risolvere tutti i problemi con sollecitudine. E’ nostra premura agire di conseguenza rispetto ai rilievi che ci sono stati mossi”. Compreso, a quanto pare, la singolare questione delle cornacchie che planerebbero sulla montagna di vetro e lattine accumulati in via Tibet per impadronirsi dei contenitori più piccoli ancora sporchi di cibo, abbandonandoli poi nelle aree circostanti. Un problema che, a quanto pare, è tutt’altro che secondario e che, appunto, sarebbe stato messo in luce nell’esposto presentato alle autorità competenti.

busto procura agesp – MALPENSA24