Inchiesta tangenti, Agorà ora minaccia di querelare i giornalisti

Riceviamo e pubblichiamo:

“Agorà Liberi e Forti Varese ha sempre operato nella massima trasparenza ed onestà nel rispetto assoluto dei suoi associati e simpatizzanti. Non accettiamo che la gogna mediatica di questi giorni possa mettere in dubbio la correttezza dell’operato dell’associazione”. Questa la dichiarazione del direttivo dell’associazione culturale varesina Agorà Liberi e Forti, in merito a diversi articoli di stampa usciti in questa settimana, in cui si paventano condotte illecite rispetto all’azione sociale. «A tutela della sua decennale storia quale associazione cultural-politica operante sul territorio della provincia di Varese e a tutela della dignità del proprio operato e dell’onorabilità dei propri iscritti, Agorà Liberi e Forti confida che la magistratura e gli inquirenti facciano chiarezza rispetto alle notizie di stampa emerse, riservandosi di ricorrere alla tutela legale in caso di illazioni e allusioni a mezzo stampa rispetto a possibili condotte illecite. Si esprime altresì piena solidarietà e vicinanza umana agli amici coinvolti nelle indagini e sottoposti a misure cautelari, certi che saranno in grado di chiarire agli inquirenti la propria posizione di fronte ad eventuali responsabilità che dovessero emergere».

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Agorà minaccia querele? Forse gli estensori del comunicato, peraltro “coraggiosamente” anonimi, non si sono accorti che in carcere c’è il fondatore e presidente onorario dell’associazione, Nino Caianiello, e agli arresti domiciliari è finito jl presidente effettivo, Marcello Pedroni. Senza contare che nell’inchiesta della procura di Milano sono implicati alcuni soci di primo piano della stessa Agorà Liberi e Forti. Le loro sono sempre, se accertate, responsabilità personali; l’associazione come tale non c’entra nulla sotto profili penali. Ma che si chiami fuori da coinvolgimenti morali è un atteggiamento che suscita enorme perplessità, se non sconcerto. Che si aggiunge allo sconcerto generato dalla lettura dei capi d’imputazione di chi ha sostenuto e gestito Agorà fino a settimana scorsa. Per questo, al di là dell’umana comprensione per le persone indagate, alle quali auguriamo sinceramente di poter dimostrare l’estraneità ai gravi fatti che vengono loro contestati, la presa di posizione dell’associazione appare, oltre che fuori luogo, il tentativo di intimorire la stampa. Una prassi purtroppo in voga in certi settori della politica del Varesotto, soprattutto in quei settori che non conoscono la vergogna. (Vincenzo Coronetti)

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