Infermieri in piazza con l’Ordine a Busto. «Pochi? Sì, ma ci siamo e ci saremo sempre»

BUSTO ARSIZIO – Infermieri in piazza a Busto per celebrare la giornata internazionale a loro dedicata, che cade il 12 maggio. Sono 5000 in provincia di Varese, sono pochi ma non si tirano indietro: «La carenza è oggettiva, ed è un problema che tocca tutta l’Italia. Ma anche in un momento di stanchezza, dopo due anni di pandemia, gli infermieri ci sono. E ci saranno sempre». L’orgoglio di Marco La Monica, samaratese, vicepresidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, che ieri, 14 maggio, ha organizzato un gazebo in via Milano, nella zona pedonale del centro di Busto, offrendo gratuitamente ai cittadini la rilevazione dei parametri vitali e facendo attività di prevenzione.

L’iniziativa

«Ripartiamo, dopo due anni di stop per la pandemia, con il nostro gazebo – racconta Marco La Monica, vicepresidente OPI Varese – ma soprattutto per sensibilizzare la popolazione sull’importanza degli infermieri, che anche Regione Lombardia sta riconoscendo con iniziative come gli ospedali di comunità e gli infermieri di famiglia. Una categoria che assumerà sempre più rilevanza». Ma che oggi fa i conti, letteralmente, con un problema di carenza di figure professionali. «È una problematica oggettiva, in tutta Italia – chiarisce La Monica – per risolverlo vanno creati percorsi di specializzazione, come si sta facendo, e servirebbe una valorizzazione economica, anche se non è tema che compete all’Ordine».

Il sostegno della politica

Investire sulla figura dell’infermiere è una consapevolezza che mostra anche l’assessore all’inclusione sociale di Busto Arsizio Paola Reguzzoni: «In questi due anni sono stati in prima linea, esposti a rischi, e spesso unico contatto con la famiglia per i malati di Covid. Sono da valorizzare non solo a parole ma anche in termini economici. Puntando sulla formazione delle risorse interne». Anche perché, ricorda Alessandro Albani, consigliere comunale a Busto e infermiere di professione, si tratta di un «ruolo centrale nell’assistenza sanitaria e in particolare nell’aspetto della relazione. Che è “tempo di cura”, come sottolinea l’articolo 4 del nostro codice deontologico». E Busto Arsizio, sotto il profilo della formazione, è in prima linea, con la laurea in scienze infermieristiche dell’Università dell’Insubria che riceverà ulteriore impulso una volta che sarà realizzato il nuovo ospedale.

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