Io cattolico, per chi voto?

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Luigi Patrini

di Luigi Patrini

Papa Francesco non manca certo di coraggio e spesso usa parole forti e provocanti per metterci in discussione e aiutarci a ri-decidere continuamente di seguire il Vangelo, cioè di non dare per scontata o automatica la nostra adesione a Cristo e alla Sua Chiesa. Credo che questa sia stata la sua vera intenzione anche quando, nella prima catechesi del nuovo anno, ha condannato l’atteggiamento di chi è praticante, frequenta la chiesa e poi parla male delle persone: “Questo è uno scandalo – ha detto – Meglio non andare in chiesa, vivere come ateo.   Se tu vai in chiesa devi vivere come un figlio, come un fratello. Non devi dare una contro testimonianza, ma una testimonianza dell’essere cristiani”. E’ una salutare provocazione e il Papa dice una cosa vera e non condanna nessuno: egli sa benissimo che, se anche un ateo può arrivare alla conversione, questo può accadere anche a chi è un cristiano incoerente.

Non intendo approfondire qui questa questione, ma usare dello spunto offerto dal Papa per capire meglio la situazione politica in cui siamo. Non voglio giudicare nessuno neppure io, ma mi chiedo – come cristiano, peccatore certamente, ma pur sempre desideroso di fare scelte politiche coerenti con le mie convinzioni – mi chiedo per chi potrei votare, se si votasse domani mattina. Ci sono tanti gruppi, tanti piccoli partitini e due partiti maggiori che hanno fatto campagna elettorale su fronti opposti ma ora governano insieme. Partiamo da questi due: chi è più credibile tra i due leader? Sia Di Maio che Salvini ostentano la loro adesione alla Chiesa: Di Maio si fa vedere a baciare l’ampolla che contiene il sangue di San Gennaro e a fare la Comunione; Salvini giura in piazza sul Vangelo e promette di governare “rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo”, ostenta un rosario tirato fuori da una tasca, quasi fosse un cornetto scaramantico.

Dovrei credere che siano cristiani praticanti e convinti e che seguiranno entrambi i suggerimenti della Dottrina sociale della Chiesa? Mah!?!? Come si fa a giudicare una persona? “Dimmi con chi vai – sostiene un noto proverbio – e ti dirò chi sei!”: già, ma i 5Stelle non hanno certo una concezione antropologica in sintonia con quella della Chiesa e anche la Lega, che pure fa campagna per conservare i valori della tradizione cristiana, appare sempre più distonica con il Magistero e la sensibilità del popolo cristiano.

Ricordando la “provocazione” di Francesco, mi chiedo: meglio l’ateo o l’ipocrita? In termini politici, meglio l’arrogante “grillino” Di Maio, espressione di una “cosa” inusitata nella politica italiana, frutto di una serie di coincidenze abbastanza insolite nella nostra storia politica, fatta da gente che si autocandida on line, che non è tanto conosciuta, che viene messa in lista con criteri non facilmente verificabili pubblicamente e raccoglie un voto per lo più di protesta. Quest’ultimo dato mi sembra inoppugnabile: certo non è colpa dei 5Stelle, ma, semmai, dell’inconsistenza delle classi politiche che hanno governato in questi ultimi anni, che hanno saputo brillantemente farsi mettere in un angolo a causa del loro crescente ripiegamento su se stesse, della loro pervicace lentezza nel decidersi a mettersi in sintonia con un Paese sempre più irritato da una classe politica autoreferenziale e sempre più caparbiamente attaccata ai suoi privilegi.

I dirigenti  grillini, in pochi mesi di rapporto con il pur “navigato” leader della Lega Matteo Salvini, hanno imparato a metterlo in difficoltà ed ecco che il “mite” Di Maio sa accattivarsi le simpatie di un  mondo cattolico che ascolta volentieri il suo invito ad accogliere “donne e bambini”, cui il “duro”  leghista ha saputo mostrare solo il volto di pietra di chi non arretra e si crede padrone dell’Italia,  piuttosto che un suo “servitore” impegnato nel difficile compito di guidarla verso quel vero Bene Comune, che non è certo identificabile solo con il bene di chi sta già bene.

Non voterò mai (spero) né per la Lega, né per i 5Stelle, ma se dovessi farlo, non credo che l’arroganza e la rigidità di Salvini mi consentirebbero di votarlo: c’è un “vecchio” che ha saputo travestirsi da “nuovo” molto meglio di lui!
Sono grato a Renzi per aver scoperchiato il “nuovo” che c’è nel partito erede del PCI, un “nuovo” che tanto puzza di vecchio e lo ha reso quel partito radicale di massa pronosticato più di mezzo secolo fa da Augusto Del Noce, appropriandosi delle più svariate rivendicazioni di diritti individualistici che lo hanno portato ai suoi minimi storici dal punto di vista elettorale, anche dopo aver perso a sinistra le sue frange più agguerrite e intransigenti.

​Che dire dei partitini di centro e di centrodestra? Se son rose fioriranno, ma temo che se ne vedranno solo le spine, perché i fiori saranno sempre più microscopici. Che imbarazzo nel mondo cattolico! Chi potrà presentarsi come suo possibile punto di riferimento alle prossime “politiche”? Persone credibili anche per il mondo cattolico ce ne sono certamente, sparse più o meno in quasi tutti i partiti, anzi: forse proprio in tutti. Ma le compagnie e i raggruppamenti in cui sono sparse hanno programmi e visioni culturali poco credibili e affidabili.

Quasi tutti i partiti hanno provato a governare il nostro Paese, nessuno può vantare una verginità che tutti hanno perso; tante parole, ma fatti concreti pochi sia sulla libertà di educazione, sia sulla difesa della famiglia naturale, sia sulle questioni bioetiche implicate dalle nuove tecniche mediche, cioè nei tre principali ambiti di quelle questioni “non negoziabili” di cui la Chiesa è molto preoccupata. E noi cattolici dovremmo votare “convintamente” sempre e solo per “il meno peggio”?

Il 18 gennaio di quest’anno cade il primo centenario del famoso “appello ai liberi e ai forti” di don Sturzo. Dal suo appello cento anni fa nacque il Partito Popolare Italiano, il primo partito nel programma del quale molti cattolici, ma anche molti laici si sono riconosciuti. Mi auguro, e con me se lo augurano anche molte persone di vario orientamento, che i cattolici italiani sappiano trovare nelle celebrazioni che saranno proposte in questa occasione l’opportunità per riprendere una nuova e più consapevole partecipazione alla costruzione di una società più fraterna e più attenta al vero bene comune, che è “il bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo”.

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