VARESE – «Soluzione difficilmente percorribile». Così scrive la Direzione lavori, composta da un pool di tecnici e professionisti, che sta seguendo il cantiere dell’ex caserma Garibaldi a proposito della querelle scoppiata in campagna elettorale dopo la proposta di Matteo Bianchi, candidato di centrodestra, di portare nell’edificio di piazza Repubblica gli uffici comunali.
La lettera della Direzione lavori
Quella della Direzione lavori non è certo una pietra tombale sull’ipotesi avanzata da Bianchi. Il quale per altro ha incassato l’appoggio e l’ok anche dall’assessore all’Autonomia e alla Cultura Stefano Bruno Galli. Però è anche vero che, accanto alla definizione “difficilmente percorribile”, i professionisti che seguono il cantiere hanno puntualizzato una serie di motivazioni. E l’avrebbero fatto in una lettera inviata a Palazzo Estense.
Nella quale si dice che fino a questo momento sono state eseguite opere per un importo superiore ai 2 milioni di euro. Interventi strutturali ed impiantistici “propedeutici ad accogliere un centro culturale con biblioteca e archivi” e sulla base sia dell’Accordo di programma e del successivo progetto di recupero. Oltre a sottolineare che “i grandi spazi con soffitti a volta sono infatti adatti ad accogliere sale di lettura e di studio, con aree a scaffali aperti, con ampie zone di condivisione”. E sarebbero molto meno adatti ad accogliervi uffici.
Infine, quale ultima motivazione viene portata l’indicazione della Soprintendenza a non chiudere le logge ed il portico del pian terreno. Quindi “una trasformazione in uffici, imporrebbe la suddivisione degli spazi interni mediante la creazione di corridoi ciechi, divisori e controsoffitti. Soluzioni che risultano inevitabilmente in contrasto con l’impianto storico originale e con il desiderio di recuperare, finalmente, questa importante testimonianza storica ed architettonica di Varese e dunque parte del patrimonio culturale della città”.
