L’appello dei lavoratori Accam: «I sindaci siano responsabili. Chiudere ha un costo»

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La situazione difficile in cui ci troviamo ci porta a sollecitare i soci ad un senso di responsabilità verso il lavoro che tutti noi abbiamo svolto con impegno. Le famiglie, a cui in questo momento i Sindaci per il puro orgoglio politico di una o l’altra fazione stanno togliendo il lavoro, perché è questo che sta succedendo, si sentono private di un diritto sancito dalla Costituzione italiana.
I lavoratori di ACCAM, cittadini che vivono nei vostri territori, sono senza dubbio più competenti in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, rispetto alla politica che probabilmente fa scelte dettate da altri aspetti.
Avete pensato come affrontare il danno sociale ed economico conseguente all’ennesima non scelta, anche considerato il contenuto delle delibere nella quali sono state accolte le mozioni di alcuni esponenti politici?
Nonostante la strumentalizzazione dei dati delle centraline, senza diritto di replica su pagine social e quotidiani da parte di mal informati, non competenti in materia, che fanno ricadere sul nostro impianto la responsabilità degli effetti delle emissioni e ignorano il traffico di migliaia automezzi, il nostro territorio non diventerà né più pulito né meno inquinato! E che dire delle enormi quantità di caldaie, camini e stufe sparsi nelle nostre città, quanti rispettano la manutenzione periodica?
ACCAM, da più di 40 anni, ha contribuito, spesso lottando contro tutti, compresi a volte direttamente i suoi Soci, affinché ogni giorno fosse garantito un servizio essenziale che permette di togliere dalle strade i rifiuti di tutti noi, facendo anche dire a tanti che non siamo come Roma o Napoli, qui i servizi funzionano.
La non scelta, qualora si perseguisse tale strada, che a tutti gli effetti, per una volta, sarebbe una scelta, porterà ad un territorio impoverito di un pubblico servizio.
Questa scelta non sarà, come qualcuno vuole dare a credere indolore; tutto questo non ha un costo zero, ma nemmeno emissioni zero, perché il servizio, in un modo o nell’altro, andrà comunque garantito.
I costi di questa scelta ricadranno sui cittadini, e quindi anche su di noi, con l’aumento delle tasse dei rifiuti, legati anche alla necessità di raggiungere, qualora disponibili, altri impianti di trattamento con mezzi che circoleranno per mezza Lombardia con maggior consumo di carburante e maggiori emissioni, ma questo, non è inquinamento ma economia circolare, cioè far “circolare più mezzi”.
Giovedì invitiamo tutti lavoratori di Accam e dell’intero indotto a collegarsi in diretta streaming in occasione del Consiglio Comunale di Busto Arsizio, per assistere direttamente e vedere i volti di chi vorrà o meno contribuire alla definizione del futuro di ACCAM S.p.a., se con la nascita di un nuovo soggetto industriale o se con all’ennesimo sperpero di risorse di noi cittadini con definitiva chiusura dell’impianto, che ricordiamo è l’unico Termovalorizzatore della provincia di Varese.

Comitato No Accam: lettera aperta agli amministratori di Busto

busto arsizio accam lavoratori – MALPENSA24