L’assessore: «Semafori intelligenti, viale Boccaccio più sicuro. Code? Si ridurranno»

BUSTO ARSIZIO – «Viale Boccaccio più sicuro grazie ai nuovi semafori e alla chiusura dei varchi laterali. Le code? Non neghiamo un disagio, ma monitoreremo per temporizzare meglio il rosso e il verde». Il neo-assessore alla viabilità e alla sicurezza Salvatore Loschiavo ha studiato il “caso” del viale appesantito dai semafori intelligenti installati agli incroci con via Cardinal Simone e via Alba e interviene per spiegare la ratio di quelle scelte ma anche per annunciare che la situazione è sotto osservazione. «Sono semafori intelligenti perché il verde per la svolta a sinistra si accende soltanto se ci sono automobili ferme – chiarisce l’assessore dando una “dritta” per chi contesta le code – se ci fossero meno automobilisti che fanno i furbi saltando la corsia, il verde per chi va dritto durerebbe di più».

Lo studio

La riqualificazione del viale Boccaccio è una scelta che l’assessore Loschiavo ha ereditato dal precedente mandato amministrativo, ma non vuole sorvolare rispetto alle critiche che i nuovi semafori “intelligenti” hanno suscitato nell’ultimo mese e mezzo. «Una scelta che discende da uno studio sull’incidentalità fatto negli anni tra il 2015 e il 2018 – spiega l’esponente eletto con la lista civica Antonelli Sindaco – si era verificato un aumento degli incidenti con lesioni, di cui 13 con esito mortale. E se viale Boccaccio, attraversato da oltre 11mila veicoli al giorno, risultava tra le arterie a più alta incidentalità (tra cui un mortale in cui perse la vita una giovane nel dicembre 2017), la maggior parte degli incidenti, in base alle rilevazioni, è causata dagli attraversamenti laterali e dalla elevata velocità». Di qui le scelte compiute sul viale che collega Borsano al centro.

I nuovi semafori

I due semafori “intelligenti” sono stati installati al posto di quelli che c’erano prima, «obsoleti e spenti nella fascia notturna tra le 23 e le 7 del mattino, dove il viale si trasformava nell’autodromo di Monza»: ora sono «funzionanti H24 e sono diventati a tre tempi, regolamentando esplicitamente la svolta a sinistra», come precisa l’assessore. Ricordando che sono intelligenti in quanto dotati di sensori: da un lato, «prevedono e consentono la svolta a sinistra soltanto se vi sono veicoli incolonnati nella corrispondente corsia di canalizzazione, saltando il tempo (e tornando, quindi, ad essere semafori a due tempi) nel caso non vi siano veicoli che debbano svoltare a sinistra»; dall’altro «immagazzinano i dati di transito, che vengono poi verificati periodicamente dagli operatori, per arrivare alla taratura migliore possibile dei tempi, in relazione alla ampiezza e velocità di percorrenza dei veicoli».

Le prospettive

Insomma, come già per l’incrocio di via Cardinal Simone, anche in via Alba l’analisi dei dati permetterà, nelle prossime settimane, di «migliorare la temporizzazione degli impianti, a vantaggio di uno scorrimento più fluido del traffico ed un conseguente abbattimento delle code». Ma Loschiavo confida anche, in prospettiva, tenderà a ridursi sia il «fenomeno (vizioso) dei veicoli che occupano la corsia di svolta a sinistra, pur dovendo proseguire dritto» (facendo così scattare il “terzo tempo” del semaforo), sia il “traffico parassitario”, di solo transito, scoraggiato dalle code ai semafori. Che peraltro sono «solo la prima tappa di una rivisitazione radicale del traffico sul viale» fa sapere l’assessore, annunciando la prossima interdizione dei “passaggi a raso”, i varchi nello spartitraffico centrale, per evitare le «pericolosissime inversioni».

Il monitoraggio

«Non nego che ci sia un disagio, è un costo-opportunità da scontare come direi ai miei studenti di diritto ed economia – spiega l’assessore, che insegna all’ITE Tosi – è vero che ci sono più code ma anche maggiore sicurezza, meno incidentalità e in prospettiva minor inquinamento atmosferico e acustico. E poi nessuna scelta è irreversibile, monitoriamo per migliorare e non prendiamo le critiche sottogamba». Rispetto alla predilezione del suo predecessore Max Rogora per le rotatorie sul viale Boccaccio, Loschiavo risponde in modo chiaro: «Le rotonde sono una scelta intelligente come in piazza San Michele, in generale in città funzionano. Ma per viale Boccaccio c’è un piano urbano del traffico che prevede i semafori e c’erano dei finanziamenti specifici da sfruttare. In futuro con l’aggiornamento del PUT si vedrà, ma credo che la diminuzione delle code si verificherà in maniera naturale».z

Busto, la coda in viale Boccaccio concede il bis: ora anche al semaforo di via Alba

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