Le elezioni che verranno e il successore di Draghi

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di Gian Franco Bottini

Flop referendario a parte, nella scorsa domenica  si è avuto anche un passaggio elettorale che ha interessato numerose importanti città, per il rinnovo delle loro amministrazioni. In questi casi, al di là del significato degli specifici risultati, viene naturale cercare di proiettare gli stessi in una specie di sondaggio “dal vivo”, per ipotizzare quello che potrebbe essere il risultato delle elezioni politiche nazionali che da qui ad un anno ridisegneranno Governo e Parlamento.

Diciamo subito che le differenza fra le consultazioni amministrative e politiche sono talmente evidenti che ogni interpretazione ha dei pro e dei contro;  evitando di ragionare sui numeri ma osservando le  tendenze e relative ricadute qualcosa di sensato si può comunque ricavare.

La prima osservazione è che la metà dei potenziali elettori ha disertato le urne per indicare chi gestirà le sue  strade, i suoi asili, i rifiuti, le scuole, i trasporti e tutto ciò che riguarda la sua vita quotidiana. Questo disinteresse (o forse protesta?) per le cose di “casa propria”, suona come una minaccia per quella che potrà essere l’adesione  alle future consultazioni con contenuti esclusivamente politici. Le conseguenze : il prevalere del voto  dei “malpancisti” con una presenza maggioritaria in Parlamento di chi rappresenta unicamente il dissenso, con scarsa  capacità costruttiva. Con tutto il rispetto, ciò che successe con i  5stelle e relative conseguenze!

Prendendo per buona una elaborazione, pubblicata da Ansa, dei  risultati delle città superiori ai 15.000 abitanti si evincono comunque delle interessanti indicazionihttps://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/06/13/comunali-youtrend-pd-prima-lista.-fdi-supera-lega-crollo-5s_10207caa-dc4a-494f-a51d-2c5b0bf441fe.html

Sia nel campo del cdx che in quello del cs, il maggior “partito” è quello delle liste civiche; quell’insieme di voti cioè che non hanno voluto dare il proprio appoggio incondizionato ad uno dei partiti tradizionali  ma hanno voluto privilegiare  “persone e programmi”. Un dato preoccupante per i segretari di  partito, alcuni dei quali (Lega ,F.I., 5 Stelle fra i maggiori), che probabilmente avevano fiutato l’aria,  in molte località hanno evitato di presentarsi con la loro bandiera bensì mimetizzandosi con  simboli ”civici” . Una chiara autocertificazione di pavida debolezza!

I due schieramenti, cdx e cs, paiono più o meno equivalersi ma considerando l’esistenza di un’area centrista, che alle amministrative pare essere rimasta a casa e che  viene valutata di prevalente impronta  “moderata”, il sentore  più diffuso à quello che le prossime elezioni politiche vedrebbero il prevalere dell’area di centrodestra. Ci pare corretto usare il condizionale perché il suddetto risultato non potrebbe prescindere dal poter contare su quei voti che oggi hanno optato per le liste civiche di area e per il recupero di quei non votanti che dovrebbero essere incoraggiati a ritornare alle urne con motivazioni convincenti.

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Gian Franco Bottini

Non possiamo dimenticare però che nel cdx è sempre invalsa la regola che, in caso di vittoria, l’incarico di Premier dovesse essere appannaggio del segretario del partito che avesse ottenuto più voti: al momento potrebbe essere Meloni o, in subordine,  Salvini. Ora, a noi pare che per vincere il popolo elettorale di cdx dovrebbe, in larga misura, già deglutire la convivenza con sempre latenti pulsioni sovraniste e populiste e ci parrebbe, continuiamo ad usare il condizionale, assai improbabile che potesse accettare con entusiasmo uno dei due nomi citati. Questo ci pare il problema più grande oggi esistente nel campo del cdx; un problema da affrontarsi subito se non ci si vuole trovare deflagrati e senza soluzioni all’ultimo momento.

Con le prossime elezioni politiche Draghi dovrebbe (usiamo anche qui il condizionale) terminare il suo mandato, lasciando a metà del guado i tali e tanti problemi che già sono sul tappeto. Si può essere anche legittimamente critici su certi aspetti, ma certamente dall’Uomo non si possono aspettare dei miracoli. Una cosa comunque,  che gli è stata da più parti richiesta fors’anche nel tentativo di metterlo in difficoltà, possiamo dire  che sta dimostrando di saperla ottenere : il recupero della dignità nazionale nel contesto europeo ed internazionale. E sappiamo quanto ciò conti nel momento di affrontare i gravosi problemi del momento! Un posto di prima classe sul treno per l’Ucraina l’Uomo l’ha ottenuto, non è possibile pensare che il prossimo Premier ritorni a venir fatto scendere alla fermata di Chiasso!

I tempi stretti e la pochezza dell’offerta politica  rendono la soluzione difficile oltre che molto pericolosa per il futuro economico e sociale  del Paese;  o forse potrebbe aprire l’ipotesi di una soluzione che si aggreghi attorno un nome che possa dare garanzie di continuità nella credibilità internazionale e di correttezza politica. Solo per fare un esempio, un nome tipo-Draghi!

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