Lega in subbuglio. Bianchi suona la carica: «Mia dignità non in vendita. Subito i congressi»

VARESE – Zaia è stato il primo a mettere in piazza la delusione del voto e a chiedere una riflessione. Poi Paolo Grimoldi, l’ex segretario della Lega Lombarda. E ora il varesino Matteo Bianchi. Il Carroccio è una polveriera e l’ex sindaco di Morazzone e deputato uscente affida a Facebook la sua delusione e amarezza. Bianchi non nomina mai Matteo Salvini, ma è evidente che il bersaglio “grosso” è il leader. Bianchi parla di «disastro annunciato» e di «una Lega che ha abbandonato i propri temi alla ricerca del facile consenso». Rifiuta fin da ora «qualsiasi posto di sottogoverno: «La mia dignità politica non è in vendita» e chiede «congressi subito. Ma non nei piccoli circoli, bensì quelli provinciali e nazionale». Insomma, Matteo Bianchi mette in discussione anche il commissario provinciale Stefano Gualandris.

Il post al veleno di Bianchi

Tanto tuonò che piovve! Le avvisaglie c’erano tutte: destrutturazione del partito sui territori, abbandono frettoloso dei temi sui quali la Lega è nata e cresciuta per andare in cerca di un facile consenso a latitudini in cui l’alta volatilità del voto è da sempre cosa nota; non ultimo, la selezione dei candidati eleggibili in Parlamento in base a logiche di vicinanza e accondiscendenza verso i piani alti, senza riguardo per la base e per il suo legittimo desiderio di mandare a Roma persone che siano realmente rappresentative del proprio territorio.

Ecco alcune delle ragioni profonde del disastro elettorale della Lega: quella Lega che è la mia casa, nella quale sono stato amministratore locale e dopo 20 anni di gavetta e di trincea, ho avuto l’onore di rappresentare la nostra provincia alla Camera dei Deputati.

Onore cui, in ogni caso, sono stato pronto a rinunciare senza indugio, quando mi è stato chiesto di candidarmi a sindaco della nostra Varese, perché il bene della comunità e il gioco di squadra vengono prima di qualsiasi ambizione personale.

Ora terminerà la mia esperienza da parlamentare, ma non il mio impegno in Lega, che porterò avanti da militante e da consigliere comunale di Varese: non mi interessano posti di sottogoverno -che pure mi sono stati promessi, non si capisce bene a che titolo e perché-.

Non è questione di posti o di prebende: la mia dignità politica e umana non è in vendita e le cariche che ho ricoperto nelle istituzioni le ho sempre ottenute grazie al voto popolare.

Ora è tempo di fare una seria riflessione in sede di assemblea congressuale. Non quelli delle piccole sezioni ma i congressi regionali e nazionale!

Non si può pensare di ricondurre le responsabilità del disastro a Draghi e un partito non può reggersi sulla fede, sui commissariamenti e sulla criminalizzazione del dissenso.

Noi siamo nati per far crescere i nostri territori: per questo invito i militanti a chiedere la convocazione immediata dei congressi tramite i propri segretari/commissari di sezione. Ripartiamo da una discussione franca su dove vogliamo andare. E ricordiamo a chi di dovere che la linea politica la decide la base, non qualche cerchio magico.

Durissimo Grimoldi

Durissimo anche l’ex segretario della Lega Lombarda e deputato uscente. Paolo Grimoldi, infatti, ha anticipato di qualche ora Bianchi con un post (sotto il testo integrale) che inizia così: «Siamo stati superati persino dai Cinque stelle, siamo appaiati a Calenda e alla “morente Forza Italia”. Un disastro assoluto». E nel mezzo, in stampatello: «Dignità impone dimissioni immediate».