LEGNANO – La giunta comunale di Legnano ha approvato oggi, giovedì 20 luglio, la procedura per l’affidamento della gestione della piscina comunale (nella foto, l’attuale spazio esterno adiacente l’unica vasca disponibile) dando mandato agli uffici di attivare l’iter per garantire l’avvio delle attività della piscina a partire dal 1° settembre. Proprio oggi, però, sono arrivate le prime lettere di licenziamento ad alcuni dipendenti.
Bragato: «Confidiamo in una soluzione positiva»
«Con questo atto – spiega Guido Bragato, assessore allo sport, sull’avvio dell’iter per la ricerca del nuovo gestore – gettiamo le basi per l’inizio della fase transitoria nella gestione della piscina comunale in vista della realizzazione del nuovo impianto. Nei prossimi giorni sarà individuata l’azienda incaricata di gestire il servizio, che dovrà presentare all’amministrazione comunale un piano di assorbimento del personale dipendente attualmente impiegato nell’impianto di Legnano. L’amministrazione mantiene così quanto già comunicato, ribadendo l’impegno per la continuità d’esercizio dell’impianto e la propria fiducia per una soluzione positiva della situazione dei lavoratori di Amga Sport, come espresso anche nei continui contatti mantenuti con la rappresentanza sindacale».
In 3 a casa. Amga Sport: «Passaggio obbligato»
Nel frattempo, però, proprio oggi sono state recapitate le prime lettere di licenziamento ad alcuni dipendenti, per la precisione tre. Da Amga Sport si sottolinea come le lettere, preannunciate nei giorni scorsi, siano un passaggio obbligato: il 4 agosto chiuderà uno dei due rami di azienda (Legnano) come concordato dal Comune con l’attuale gestore per venire incontro alle esigenze espresse dalle società sportive fruitrici dell’impianto, e la forza lavoro non può essere impiegata interamente su Parabiago, dove invece l’attività proseguirà regolarmente anche nei prossimi mesi.
«Pertanto – fanno sapere da Amga Sport a Malpensa24 – nel rispetto della legge sui licenziamenti collettivi che determina parametri di scelta, l’azienda ha dovuto procedere in questo modo per giustificato motivo oggettivo».
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