Legnano, la Tosi è salva: Presezzi acquista area “ridotta” della fabbrica

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LEGNANO – Dopo anni di trattative, ipotesi e bandi andati deserti, oggi, giovedì 8 agosto, la storica azienda meccanica legnanese Franco Tosi può dirsi finalmente salva. L’imprenditore brianzolo Alberto Presezzi ha infatti deciso di rilevare l’area della fabbrica, da lui controllata, su cui da anni insisteva in affitto. Si tratta dell’area ridotta e non dell’intera superficie della Tosi, ma tanto basta per dare un futuro produttivo a quello che è probabilmente il marchio industriale di Legnano più conosciuto nel mondo e alla sua storica sede, o meglio a una parte di essa, e a scongiurare l’eventualità di un suo abbandono definitivo della città. Presezzi ha sempre giudicato eccessiva la valutazione a 9 milioni di euro dell’intera area stabilita dal commissario straordinario Andrea Lolli. Toccherà ora alla futura amministrazione cittadina elaborare il masterplan dell’area nel centro urbano per rilanciarla e magari ricreare un importante polo industriale.

Olgiati (M5S): «Risultato importantissimo per la città»

«Un risultato importantissimo per la città di Legnano e per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, che potranno guardare al futuro con un po’ più di serenità»: questo il commento a caldo dell’on. Riccardo Olgiati (Movimento 5 Stelle). «Peccato non essere riusciti a concludere un accordo sulla totalità dell’area richiesta – aggiunge Olgiati, che ha sempre seguito da vicino la trattativa – ma come avevo già detto in precedenza questa seconda soluzione permetterà comunque all’area di rimanere viva e alla gran parte dei lavoratori di avere continuità. Ringrazio il ministero dello Sviluppo economico che mi ha sopportato e con un paziente lavoro di mediazione ha permesso di arrivare a un risultato che fino a qualche anno fa sembrava un miracolo ormai impossibile». Per il deputato pentastellato, il futuro dell’area Tosi «sarà uno dei nodi più importanti della Legnano del futuro e siamo pronti a prenderci anche questa responsabilità».

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