Lonate e Somma, se il centrosinistra ci è o ci fa

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I palazzi municipali di Lonate Pozzolo e Somma Lombardo

Sull’azione politica del centrosinistra che, anche in provincia di Varese, vive le stesse contraddizioni e difficoltà dei partiti che lo configurano a livello nazionale, ciascuno ha la propria opinione. Ci mancherebbe, è il bello della democrazia. I commenti o, se si vuole, i giudizi dovrebbero invece concordare quando si tratta di prese di posizione soltanto all’apparenza secondari, come è accaduto di recente a Lonate Pozzolo e a Somma Lombardo. Comuni defilati rispetto al carrozzone romano, ma con una loro importanza locale tutt’altro che trascurabile.

Se, come a Lonate, la sinistra, che però vuole essere identificata quale componente civica (il coraggio delle appartenenze!), insinua maldestramente il sospetto che l’attuale maggioranza di centrodestra sia in qualche modo inquinata dalla ‘ndrangheta, bè, qualcuno potrebbe anche incazzarsi se non vengono presentate né prove né atti giudiziari conseguenti. Oppure se, come a Somma, si evita di solidarizzare in consiglio comunale con l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, vittima di insulti e minacce social, e ci si rifugia nell’astensione a una mozione di sostegno all’esponente leghista, bé, qualcuno potrebbe obiettare che il centrosinistra sia in qualche modo d’accordo con gli hater di turno.

Esagerazioni, le nostre? Diciamo che esagerate sono le scelte di quei partiti che per ottenere visibilità o, semplicemente, per fare caciara e mettere in difficoltà gli avversari sono in fuga dalle responsabilità vere della politica. Il discorso è inteso in senso generale, riguarda la sinistra come la destra: tutti pronti, a seconda delle circostanze e delle opportunità, a gettare fango, a colpevolizzare gli altri, a calpestare il buon senso. È un malcostume purtroppo molto diffuso nel nostro Paese.

Ora, a Lonate Pozzolo, l’esecutivo che alle elezioni ha sfrattato dal Municipio il centrosinistra non pare abbia ancora dato prova di grande efficienza, ma un conto è il giudizio amministrativo, un altro la (quasi) diffamazione. Il paese, come noto, è stato, forse lo è ancora, il centro di una locale di ‘ndrangheta. Inchieste, arresti e processi l’hanno certificato. Ma da qui a insinuare collusioni con l’attuale potere municipale ne corre di strada. E se lo si insinua bisogna poterlo dimostrare, altrimenti è soltanto il tentativo di alzare polveroni senza senso se non quello di delegittimare, con la (quasi) calunnia, chi ti ha battuto alle elezioni. E, per questo, rosichi.

Peggio succede a Somma Lombardo. Lì, il centrosinistra, astenendosi sulla mozione di sostegno a Isabella Tovaglieri, ha invece dato indirettamente manforte a chi l’ha minacciata. A parziale discolpa del gruppo politico possiamo pensare che i suoi esponenti non se ne siano nemmeno resi conto: le condanne alla violenza, ancorché verbale, però non ammettono scuse a qualunque persona siano rivolte, compresi gli avversari. Anzi, soprattutto a loro va data solidarietà per contribuire a cancellare quel disgusto verso i partiti che guardano soltanto alla bottega, alle poltrone, al potere per il potere, affrancati da un minimo di concetto morale, di etica comportamentale che non permetterebbe mai di far finta di niente.

L’astensione su una simile questione è, né più né meno, un lavarsene le mani, che può essere confuso con la viltà. Di sicuro è un pessimo segnale per un’opinione pubblica che al contrario cerca sicurezze e irreprensibilità in chi li rappresenta nelle istituzioni.

Detto tutto ciò, le opinioni, come suggerivamo nell’incipit, dovrebbero concordare senza se e senza ma. Sappiamo però come vanno certe faccende quando di mezzo c’è la politica o, meglio, una certa politica che ha sempre ragione e non ammette le critiche. Come sarebbe diverso se, la politica, fosse capace di riconoscere gli sbagli e fare autocritica. Ma questa è una pia illusione di chi, ingenuamente, spera che di tanto in tanto possa fare premio, e finalmente, anche l’onestà intellettuale. Appunto, un’illusione.

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