Lonate, picchiata dal marito davanti ai figli: la famiglia le diceva di tacere

LONATE POZZOLO – Picchiata per mesi davanti ai figli piccoli. Forse per anni. E per così tanto tempo la donna, 25 anni, nordafricana, ha taciuto. Il perché? L’intervento della sua famiglia e di quella del marito, 35 anni, anche lui nordafricano, operaio con precedenti, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

La famiglia le diceva di tacere

Il fatto, o meglio i fatti, visto che i maltrattamenti a carico della donna si sono protratti come detto almeno per mesi, sono accaduti a Lonate Pozzolo. Per la venticinquenne erano botte quasi tutti i giorni. Il marito adesso è in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Busto su richiesta della procura. I magistrati hanno accolto in toto i riscontri emersi dalle indagini portate a termine dai carabinieri della stazione di Lonate Pozzolo.

Fratture multiple a uno zigomo e al naso

L’ultimo episodio risale ad alcuni giorni fa quando la donna è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Busto Arsizio con diverse «Fratture multiple a uno zigomo e al naso», riporta il referto. In sintesi il marito l’ha presa a pugni in faccia sino a spaccarle le ossa. Sempre davanti ai bambini. E lì la donna si è ribellata. Alla violenza e a un sistema. Le violenze andavano avanti da tempo. Ma quando lei cercava di chiedere aiuto ai famigliari gli stessi, di concerto con i famigliari del marito violento, intervenivano mettendo tutto a tacere. Questa volta, però, è andata diversamente. Ad intervenire, lasciando la giovane e i suoi bambini in una situazione di estremo pericolo, non sono state le famiglie. Ma i carabinieri della compagnia di Busto insieme a Eva Onlus e ai Servizi sociali del Comune di Lonate Pozzolo, che hanno portato la vittima e i suoi figli in una struttura protetta. I militari hanno accompagnato il trentacinquenne in carcere a Busto, dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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