Lonate aderisce allo Sprar: «Così limitiamo l’arrivo di nuovi migranti»

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LONATE POZZOLO – «L’unico modo per impedire l’arrivo indefinito e insostenibile di richiedenti asilo nella nostra città è l’attivazione dello Sprar». Lo hanno detto ieri sera in assemblea pubblica il sindaco di Lonate Pozzolo Nadia Rosa e l’assessore ai Servizi sociali Melissa Derisi. Ed è proprio lo Sprar la strada che seguirà la nuova amministrazione per governare i flussi ed evitare l’apertura di nuovi Centri di accoglienza straordinari gestiti da cooperative private.

L’attivazione dello Sprar

Lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), in base alla normativa vigente, sarà quasi totalmente coperto dai fondi stanziati da bando statale. «Le tempistiche di attuazione sul nostro territorio non saranno immediate», ha sottolineato Rosa, perché da quando un’amministrazione decide di aderire a questo progetto fino alla sua realizzazione, trascorrono in media 15 mesi. «Durante questo iter esamineremo l’evoluzione della normativa nazionale e si faranno le dovute valutazioni». Si tratta di una sottolineatura fondamentale, perché l’attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è intenzionato a cancellare lo Sprar con il decreto immigrazione che il governo è pronto a varare. «Ma ripeto, al momento lo Sprar, la cui capienza rispetta una quota stabilita a livello ministeriale in accordo con Anci (pari a massimo tre ogni mille abitanti, dunque per Lonate fissata a 32 richiedenti asilo, ndr), risulta l’unica via per evitare nuove aperture di Cas». Con il beneficio che è l’amministrazione a gestire il processo, anziché subirlo.

Gli ultimi migranti

A oggi sono 47 i migranti presenti a Lonate, ospitati da Segeca in via Silvio Pellico e via Vespucci, da 4Exodus in via Silvio Pellico e da Versoprobo in via Vittorio Veneto. Proprio quest’ultimo è un Cas aperto nelle ultime settimane di commissariamento, nel pieno svolgimento della campagna elettorale. «Ma al momento del passaggio di consegne dopo le elezioni questo non è stato riferito», ha detto espressamente Rosa in assemblea. «Soltanto a posteriori abbiamo appurato che il commissario prefettizio Gaetano Losa era a conoscenza della richiesta di apertura, ma non gli era noto che il Cas fosse già avviato quando lui era ancora qui a Lonate». Non esiste infatti alcun obbligo di comunicazione ai Comuni in merito all’insediamento di un nuovo Cas, una telefonata da parte della prefettura o dei gestori è soltanto un gesto di cortesia che può anche non avvenire. «Questo perché l’esistenza dei Cas non dipende da decisioni dell’amministrazione, quale essa sia. Tant’è vero che il primo è stato aperto durante il mandato Rivolta».

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