Maffioli: «Messaggio forte dalla piazza. Contestazioni? Non alla politica di Busto»

L'assessore al commercio Manuela Maffioli e il presidente di Ascom Rudy Collini al flash mob in Santa Maria

BUSTO ARSIZIO – «Un messaggio forte», per l’assessore al commercio Manuela Maffioli, quello che la piazza di Busto ha sollevato contro la zona rossa e per sensibilizzare tutti rispetto alla sofferenza del commercio alle prese con molte restrizioni e pochi ristori. «Le contestazioni? Mi pare fossero rivolte alla politica in generale e non tanto agli amministratori locali presenti – fa notare la vicesindaco – è l’espressione di un malumore diffuso. Se espresso con toni civili è da comprendere».

«Evento riuscito»

Anche per la delegata al commercio della Città di Busto Arsizio il flash mob di sabato sera, 16 gennaio, in piazza Santa Maria, è «riuscito» nel suo intento. «È stato un modo per sentirsi tutti uniti, marciando in un’unica direzione e in un’unica battaglia, chiaramente nei termini della legalità e nelle sedi istituzionali che dovranno raccogliere queste istanze – afferma Manuela Maffioli – in particolare, quello contro la zona rossa è stato un idem sentire, tra commercianti e rappresentanti politici: la salute pubblica viene prima di tutto, ma il ritorno in zona rossa è un colpo pesante per la Lombardia. Speriamo nel ricorso». Evento riuscito, dunque, al di là di qualche tensione: «Nella diversa gamma delle sfumature di questo flash mob penso che tutto possa essere ricondotto ad uno stato d’animo assolutamente comprensibile – sostiene l’assessore bustocca – ho visto tanta preoccupazione, tanto sconforto e tanta frustrazione, ma c’erano decine di commercianti che hanno testimoniato in assoluto silenzio».

Busto, piazza piena per il flash mob contro la zona rossa. Politici contestati

«Presenza simbolica»

«Gli organizzatori bustocchi – Duc, Ascom e Comitato commercianti centro – hanno messo in piedi l’evento in meno di un giorno, con tanti partecipanti ed una scenografia d’impatto – il plauso di Manuela Maffioli – un evento di portata altamente simbolica, così come simbolica era la mia e la nostra presenza. C’erano tante persone presenti in modi diversi e con ruoli diversi ma per un unico obiettivo che è il bene della città». Insomma, per l’assessore il bicchiere è mezzo pieno: «Tra l’altro non mi sembra che le contestazioni fossero rivolte in maniera specifica agli amministratori locali, ma in generale alla politica – rimarca Maffioli – e questo ci può stare, è l’espressione di un malumore fondato sulla difficoltà oggettiva di tenere in piedi attività da cui dipende la vita delle persone e delle loro famiglia». «Dopodiché – aggiunge l’assessore – alla presenza simbolica di una sera si affianca il lavoro quotidiano, in particolare quello intenso e complesso dell’ultimo anno».

Le iniziative del 2020

L’elenco delle iniziative, frutto dell’impegno di giunta e consiglio comunale, è lungo: la pubblicazione degli elenchi dei commercianti aperti nel primo lockdown; le misure a sostegno del settore, dalla concessione di spazi ai tavolini all’esterno dei locali con la Tosap azzerata (misura recentemente prorogata) all’esenzione dal pagamento della TARI per 5 mesi del 2020; le campagne di comunicazione per favorire gli acquisti nei negozi di vicinato; le iniziative sui parcheggi, gratuiti nel primo lockdown e scontati nel periodo delle Feste natalizie; gli eventi dopo l’estate, come lo Sbaracco e gli aperitivi in musica; il bando dei Distretti del commercio, gestito dal Comune sulla base dei fondi regionali, erogati a fine 2020; fino al servizio Busto e-shop per la promozione delle attività commerciali della città sul sito del Comune.

La missione di salvare il commercio

«Sono stata informata e mi sono sentita di metterci la faccia per manifestare una vicinanza anche simbolica. Ma dopo un anno di azioni alle spalle – chiarisce Manuela Maffioli – l’amministrazione si è impegnata così tanto perché oltre ad avere a cuore l’interesse delle singole realtà, ha la profonda consapevolezza che senza le attività economiche, e in particolare quelle commerciali, una città non sta in piedi». Perché, sottolinea l’assessore, «la presenza dei negozi, con il loro indotto in termini sociali, culturali e relazionali, fa la differenza tra una città viva, che è comunità, e una città dormitorio. In particolare a Busto che è una città storicamente a vocazione commerciale, riconosciuta da Regione Lombardia come distretto storico del commercio. Mantenere in salute il nostro commercio è una necessità collettiva e lo hanno capito anche i bustocchi facendo una corsa consapevole all’acquisto nei negozi e nei pubblici esercizi della città anziché sulle piattaforme internazionali».

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