Malpensa, sindacalista accusato di molestie: chiesti 30mila euro di danni

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La palazzina dei sindacati di Malpensa

MALPENSA – «Ha detto di essere sconvolta dall’accaduto». I testimoni del pubblico ministero confermano, seppur con sfumature diverse, quanto denunciato il 9 luglio del 2018 da una hostess che ha accusato un sindacalista della Cisl di Malpensa di molestie sessuali. Oggi, giovedì 20 ottobre, nuova udienza davanti al collegio presieduto da Nicoletta Guerrero. Sul banco sono saliti i testi chiamati da accusa e parti civili.

I testi del Pm confermano le accuse

Unico colpo di scena la rinuncia da parte del Pm e delle parti civili di sentire quello che era considerato il testimone chiave nel processo. La parte civile ha anche rinunciato a far testimoniare la psicologa incaricata di valutare il danno causato alla vittima dalla presunta aggressione sessuale a fronte di una richiesta risarcitoria pari a 30mila euro. Potrebbe essere richiesta una consulenza. Vittima che era stata sentita lo scorso 7 luglio dando una ricostruzione drammatica e molto sofferta di quegli istanti. I fatti contestati risalgono al 12 marzo 2018. La donna, una hostess che lavora a Malpensa, ha presentato denuncia il 9 luglio dello stesso anno. L’incontro con il sindacalista avrebbe dovuto riguardare una vertenza che la donna intendeva aprire nei confronti della società per la quale lavorava che, a suo dire, le negava diritti fondamentali, in particolare dopo la seconda gravidanza. La donna si era rivolta alla Fit Cisl dopo aver lasciato il sindacato autonomo Usb. Il 12 marzo di tre anni fa i due si incontrano alle 18.20.

L’imputato dirà la sua verità

La hostess ha spiegato in aula che l’aggressione era durata circa «20 secondi». Prima le mani sulle spalle, poi un bacio sul collo, infine i palpeggiamenti al seno e alle parti intime. La donna ha spiegato di non aver reagito «a causa della corporatura robusta» del sindacalista accusato. L’aggressione si sarebbe interrotta non appena la vittima è riuscita a manifestare chiari segni di insofferenza. Il 17 novembre, se saranno esauriti tutti i testi dell’accusa, sarà il sindacalista, che ha sempre negato i pesantissimi addebiti, a rendere esame. In quella sede l’uomo racconterà la sua verità sull’accaduto.

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