Martignoni (FdI): «Se Forza Italia strappa a Busto, ricadute a Gallarate e in provincia»

Giuseppe De Bernardi Martignoni

GALLARATE – «Busto non può essere considerata un’eccezione locale. O Forza Italia disconosce Farioli oppure lo strappo avrà ripercussioni a livello provinciale». A chiarirlo, rispondendo al commissario azzurro di Gallarate Nicola Mucci, è Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia nella città dei Due Galli ma anche responsabile enti locali del partito di Giorgia Meloni. «Mucci? Bene che abbia chiarito la posizione di Forza Italia a Gallarate, dopo che si era presentato alla riunione del terzo polo. Noi invece siamo sempre stati coerenti, e per l’unità del centrodestra». Che però oggi è messa in discussione dalle mosse di Gigi Farioli a Busto, che vanno in contrapposizione al candidato sindaco di FdI Emanuele Antonelli. «Forza Italia non può fare come il PSI della Prima Repubblica, con le alleanze a geometrie variabili. Non lo possiamo tollerare».

Martignoni, per dirla con Mucci, vuole dichiarare guerra all’Albania e alla Grecia?
«A Mucci rispondo, sorridendo e punzecchiandolo, che è meglio una dichiarazione di guerra che una ritirata in Russia, visto che lui di ritirate è esperto. Ma io
avevo solo chiesto che Forza Italia chiarisse la sua posizione, anche su Gallarate. E a me fa piacere che Mucci abbia raccolto il mio appello ribadendo la coesione e la volontà di Forza Italia di rimanere in maggioranza, perché non sono stato io a presentarmi qualche settimana fa ad una riunione per il terzo polo a Gallarate con Gallarate 9.9, +Gallarate e gli altri».

Però Mucci imputa a Fratelli d’Italia la volontà di andare allo scontro e vi chiede più maturità…
«Noi stiamo con i piedi per terra, non ci siamo montati la testa, e stiamo lavorando su Gallarate per avere delle liste forti e ottenere dei risultati, consapevoli che la percentuale che ci viene attribuita a livello nazionale non è quella lombarda. Però chiediamo agli alleati pari dignità. Noi non dimentichiamo che cinque anni fa eravamo al 3% e in alcune città ci hanno dato delle grosse pacche sulla spalla e nient’altro. Noi capiamo questo forte disagio di Forza Italia che in un modo o nell’altro subirà un’emorragia di voti. Ma siamo per l’unità del centrodestra e chiediamo coerenza da parte degli alleati».

Si riferisce a Busto e al possibile “strappo” degli azzurri di Gigi Farioli?
«Se questa è la posizione di Forza Italia su Busto, a me spiace ma non possono fare come il PSI della Prima Repubblica, con le alleanze a geometrie variabili una volta con la DC e un’altra con i comunisti. Se è nella maggioranza di centrodestra, deve rimanerci. Se invece a Busto vuole andarsene, è normale che vada rivisto tutto e che le rivendicazioni di Forza Italia a livello provinciale verranno meno. E lo stesso vale per Caronno Pertusella».

Sta ribadendo quanto scritto in un commento su Facebook, ovvero che se Farioli esce con Forza Italia, “salta il banco” provinciale?
«Per essere chiari, o Forza Italia disconosce Farioli oppure non potrà mai esistere da parte nostra che Farioli possa fare una lista antagonista ad Antonelli come poteva succedere a Gallarate. Ci vuole coerenza. A tutto c’è un limite».

Quale via d’uscita dunque per evitare una rottura?
«Busto non può essere considerata un’eccezione locale, e uno strappo non può essere tollerato. Mucci è stato bravo a farci passare per i cattivi, ma la politica dei due forni non esiste. Già io devo tenere fermi i falchi che vogliono far saltare il banco. Ma io credo che ci sarà una presa di posizione, siccome c’è ancora margine per ricucire e andare tutti insieme come centrodestra a Busto. Noi però siamo sempre stati coerenti, ponendo eccezioni che sono state discusse. Non vogliamo rompere né essere predominanti ma nemmeno essere presi per i fondelli».

Però anche Antonelli dovrà fare un qualche passo indietro, come invocato da Raffaele Cattaneo?
«È chiaro che anche Antonelli debba fare una riflessione, ma le trattative non si fanno a livello locale ma in un contesto provinciale. Una “vecchia volpe” come Nicola Mucci non può non saperlo. E non può dire che non sa dell’accordo provinciale, visto che se ne è fatto promotore nelle riunioni di Gallarate».

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