Corsa Champions: Gattuso rinasce, Lazio in rampa, Roma nella polvere

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E’ corsa a tre per il quarto posto. Un unico posto disponibile per la prossima Champions League con il duello ravvicinato tra Lazio e Milan e la Roma un po’ più staccata. Ormai le prime tre sono scappate via e corrono come lepri verso le posizioni più alte della classifica. Per le altre solo briciole che però per i conti societari significano incassi record e milioni di euro a raffica. Una posizione in Champions è questione vitale per tutte le big del campionato, ancor di più per Milan e Roma, la prima ormai prossima a subire una sanzione dall’Uefa, la seconda perennemente condizionata da plusvalenze e dolorose cessioni. Paradossalmente quella delle tre messa meglio è la Lazio. La squadra di Inzaghi che non azzecca mai uno scontro diretto ha la grande possibilità di costruire la propria classifica contro le medie e le piccole e in un campionato come il nostro, dove le big si contano sulle dita di una mano, la cosa conta, eccome se conta. Il Milan sembrava sull’orlo del precipizio. In tanti avevano già abbandonato al proprio destino Ringhio Gattuso, evocando la “Sirena” Conte e l’oracolo Wenger.

Avevano già congedato Gattuso

Tanti insospettabili cuori rossoneri lo avevano già congedato, accogliendo a braccia aperte persino un Donadoni qualunque. E invece Ringhio ha mostrato muscoli e carattere: Quagliarella a metà del primo tempo di tre partite fa lo aveva già praticamente spedito all’Inferno, ma la storia si è capovolta e il suo Milan ha infilato tre vittorie di fila, anche con tanto brivido e non poca fortuna. Ma la buona sorte sta dalla parte di chi se la merita e Ringhio se l’è cercata dopo essere sprofondato negli Inferi. Ma poi trascinato da Suso e Romagnoli è tornato a comandare. Ultima delle tre, mestamente, è la Roma di Eusebio Di Francesco.

Roma grande delusione

Squadra sconnessa, brillante come il cielo di Glasgow a dicembre, armoniosa come la voce di un fumatore incallito. Una squadra totalmente irriconoscibile. L’allenatore ha delle responsabilità perché non ha saputo dare un gioco chiaro a una squadra alla quale manca totalmente un’anima. Troppo brutti da vedere, troppo scalcagnati per essere autentici. E la gente della Roma, che è gente generosa, lo ha capito e ha iniziato a contestare la squadra e chi l’ha costruita. Già il suo architetto è il massimo responsabile del pessimo avvio della squadra giallorossa. Monchi da Siviglia non può essere quello vero: magari a Roma ha fatto capolino un fratello gemello, quello che di calcio ne capiva di meno e che non azzeccava un acquisto neanche per sbaglio.

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