Morazzone rinasce con un negozio d’altri tempi, apre l’Emporio di Casa Macchi

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MORAZZONE – «Mentre i negozi locali continuano a chiudere, l’apertura a Morazzone dell’Emporio di Casa Macchi va in controntedenza e rappresenta un cambiamento»: così il sindaco Maurizio Mazzucchelli ha salutato oggi, domenica 5 dicembre, l’inaugurazione in piazza Sant’Ambrogio dell’esercizio, una vera e propria bottega d’altri tempi che mira a diventare un punto di riferimento per il commercio di prossimità. L’evento, condotto dalla responsabile dei Beni Fai Daniela Bruno, si è svolto alla presenza del deputato ed ex sindaco Matteo Bianchi, di Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia, del vicepresidente Fai Marco Magnifico e di Elisa Fagnani, membro della commissione centrale di beneficenza di Fondazione Cariplo.

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La rinascita del borgo

«È il segnale di un rinnovamento culturale e della rinascita del nostro borgo: la comunità che si prende cura di sé», ha dichiarato Bianchi. «Ringrazio il Fai che ha creduto in questo progetto, ora tocca a noi fare la nostra parte». Galli ha lodato «la riapertura di un punto di socialità come erano questi luoghi a fine anni Settanta, e di un simbolo del fecondo rapporto di collaborazione tra Regione Lombardia, Fai, Fondazione Cariplo ed enti locali». L’assessore regionale ha colto l’occasione per ricordare «la generosità filantropica dei nostri imprenditori: il 51% degli investimenti nella cultura in Lombardia arriva dal privato. Penso, per esempio, all’industriale bergamasco che sovvenziona il Teatro Donizetti: questo sostegno dato al territorio merita di essere premiato. Se poi un borgo ha un’identità culturale particolare, l’intervento per il suo recupero lo fa diventare a sua volta un attrattore». Un ultimo pensiero è andato a Sant’Ambrogio, patrono di Morazzone: «Abbiamo finanziato il restauro del mosaico a lui dedicato e ora anche la ricostruzione 3D del suo volto. Quando si tratta di promuovere l’identità culturale lombarda la Regione c’è sempre».

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“Una Pompei dell’Ottocento”

«È stata mia la prima idea dell’Emporio», ha detto Magnifico. «Non è un ritorno al passato, perché cambiano i ritmi e ci si evolve. Ma qui la campana batte i tocchi come una volta. Il ricordo non può essere lasciato solo, altrimenti si raffredda; ci vogliono braci per tenerlo al caldo. E per dare un po’ di rosa alle guance impallidite di questi centri storici». Come ha ricordato il vicepresidente Fai, «quando ci è stata lasciata in eredità Casa Macchi c’erano dei dubbi. Ma poi l’abbiamo vista e ci ha colpiti. Il nostro presidente Andrea Carandini, che l’ha visitata, l’ha definita “Una Pompei dell’Ottocento”».
Il negozio, partito come pizzicagnolo centocinquant’anni fa, aveva chiuso i battenti nel 1977, con ultime gerenti Francesca Poretti e Gabriella Niatti, oggi tra il pubblico; il suo referente sarà ora Giovanni Giorgetti. «All’interno – ha informato il responsabile Fai Marco di Luccio – si potranno trovare prodotti sfusi, con particolare attenzione a quelli provenienti dal territorio, articoli riciclati, oggetti curiosi e cartoleria di pregio come la Carta di Varese. La Lombardia è la regione che conta più beni gestiti dal Fai, e la nostra provincia, con questa inaugurazione della prima parte del sesto, è quella che ne conta di più in Italia».

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Gli arredi salvati dalla Casa del Miele

Confesercenti ha lanciato l’allarme sulla chiusura di 10mila esercizi commerciali all’anno – ventisette al giorno – ma un negozio è una luce accesa quando il paese è buio, e un servizio di comunità. Quando quartieri si spopolano l’apertura di un luogo come l’Emporio è, nelle parole di Fagnani, «un modo di restaurare i legami, rifondare le comunità che nel tempo ritessono i legami con il nostro territorio».
Le architette Francesca Turati e Francesca Fossati, che ne hanno curato la ristrutturazione hanno spiegato: «Quando è ripartito il cantiere, dopo il blocco dovuto alla pandemia, ci siamo dedicati alla facciata e negli ultimi mesi ci siamo occupati degli interni. L’attenzione è rivolta al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale; aspetto vintage e effetto d’insieme sono assicurati dalla presenza dei mobili anni Venti salvati della Casa del Miele di Milano e l’utilizzo di travi storiche». Come annunciato da Roberta Proserpio, responsabile dei negozi Fai, all’emporio saranno disponibili i biglietti dell’ente; tra le richieste dei cittadini c’è la vendita di quelli del pullman. Quanto al resto del complesso di Casa Macchi, si sta pensando a realizzare una sala da tè al piano terra e una foresteria a quello superiore.

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A Morazzone l’emporio di Casa Macchi. La scommessa Fai sul commercio di vicinato

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