Morazzone, parla il collega accoltellato da Paitoni: “Avrei preferito morire al posto del bambino”

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MORAZZONE – «Avrei preferito morire io al posto del bambino. Adesso lui è al sicuro in carcere». Controcorrente, la trasmissione in onda su Rete4 e condotta da Veronica Gentili, ha raggiunto telefonicamente Vito S., il 52enne collega di lavoro accoltellato con un cutter a lama dura da Davide Paitoni, 40 anni, arrestato per l’omicidio del figlio Daniele, 7 anni, avvenuto a Morazzone, e per il tentato omicidio della moglie (dalla quale era separato di fatto dal 2019) Silvia Gaggini a Gazzada Schianno il primo gennaio scorso.

L’aperitivo e l’appuntamento

Al momento della mattanza Paitoni era ai domiciliari a Morazzone, nella casa del padre Renato, per il tentato omicidio di Vito S., avvenuto ad Azzate il 26 novembre scorso. Il collega non ha dato alla trasmissione televisiva il permesso di citarlo con nome e cognome. Nulla dice sulle ragioni di quell’aggressione spiega solo «Nessuno in azienda andava d’accordo con lui (riferendosi a Paitoni). Sono vivo solo perché ho avuto il coraggio di prendere la lama tra le mani». Stando all’ordinanza del Gip di Varese Anna Giorgetti, che ha accolto la richiesta della custodia ai domiciliari presentata dal Pm per l’aggressione a Vito S. con l’accusa di tentato omicidio, i colleghi (sentiti dagli inquirenti) spiegano che al termine del turno di lavoro nella ditta di Azzate tutti si erano fermati come di consueto per un aperitivo.

Mio figlio è al sicuro

Dallo stesso atto si evince, stando ai testimoni, che Paitoni e Vito S. avevano appuntamento per un chiarimento. Paitoni avrebbe detto (questo riferiscono i colleghi ed è agli atti) «Chissà cosa vuole Vito da me. Mio figlio è al sicuro (lo stesso figlio che ucciderà il primo gennaio) i suoi devono stare attenti». Vito a Controcorrente spiega che è arrivato in ospedale «con due litri di sangue in meno» e aggiunge «E’ assurdo quello che è successo. Avrei preferito morire io al posto del bambino. Adesso lui è al sicuro in carcere». Controcorrente ha precisato che non ha mandato in onda tutta la conversazione con la vittima del tentato omicidio del 26 novembre.

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