La Regione “salva” il difensore civico Lio: bocciata mozione 5 Stelle-PD per revoca

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LEGNANO – Il centrodestra fa quadrato e il difensore civico regionale Carlo Lio resta al suo posto. Il Consiglio regionale ha respinto, con voto segreto (era richiesta la maggioranza dei due terzi), la mozione presentata il 25 settembre dai Cinque Stelle e sottoscritta anche dai consiglieri del PD, che chiedeva la revoca di Lio per il suo intervento nella crisi politica di Legnano, quando nominò un commissario ad acta per procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari e ridare così il numero legale al Consiglio comunale. I voti a favore sono stati 31, quelli contrari 39, con un consigliere astenuto e un altro che non ha partecipato al voto. Prima della discussione nell’aula consiliare del Pirellone, la maggioranza di centrodestra ha abbandonato l’aula, per rientrarvi al momento della votazione.

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«Non possiamo trasformare la sala consigliare della Regione in un’aula di tribunale – ha spiegato il gesto Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia  – per inseguire le ossessioni e i fantasmi di qualche piccolo Robespierre che a ogni Consiglio propone una testa da far rotolare. Spiace che la nuova alleanza PD-M5S si focalizzi su mozioni come queste. Noi abbiamo rispetto per il lavoro della magistratura». «Non sostituiamo quest’aula con quella di un tribunale – ha replicato il capogruppo del PD, Fabio Pizzul – ma parliamo di un atto che contrasta con i doveri del difensore civico regionale, che non si è messo a difesa dei cittadini ma si è arroccato in difesa, pare indebita, di un’amministrazione che non poteva più stare in vita. Dunque ha contraddetto alla radice la sua funzione».

Fumagalli (M5S): «Da Lio grave negligenza, negato diritti dei cittadini»

«Ci sono gravi motivi – ha illustrato la mozione il consigliere Marco Fumagalli, primo firmatario – per revocare il difensore civico regionale come previsto dalla normativa (l’articolo 5 della legge regionale 6 dicembre 2010, n. 18, nda). Lio ha dimostrato di non essere indipendente né autonomo dal potere politico, come dovrebbe essere connaturato alla sua figura. Quel ruolo doveva essere ricoperto da un docente universitario o da un magistrato in pensione, invece è stato assegnato, nel 2017, con una votazione di misura e per merito politico. Lio ha commesso una gravissima negligenza intervenendo nella surroga del Consiglio comunale di Legnano, che non aveva più il numero legale per effetto di 13 consiglieri dimissionari, e ha impedito ai cittadini di andare al voto, com’era legittimo. A fine settembre – ha ricordato ancora Fumagalli – ha ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio addirittura da due organi differenti della magistratura, penale e amministrativa. Dobbiamo prevenire altri atti illegittimi che possa mettere in atto. Richiesto di audizione in II commissione (Affari istituzionali, nda), non si è presentato. E in un’altra inchiesta giudiziaria, “Mensa dei poveri”, è stato intercettato quattro volte a tavola con persone poi tratte in arresto».

Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Strada (Lombardi civici europeisti), Usuelli (+Europa), Rozza (PD), Forte e Mammì (M5S).

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