OJM, coach Johan Roijakkers vuole diventare il “ministro della difesa”

OJM Varese Johan Roijakkers

VARESE – Aria da duro (maglietta e pantaloncini nonostante i pochi gradi sopra lo zero), atteggiamento sicuro e, soprattutto, esperienza di quello che serve per arrivare alla salvezza. Missione già portata a segno più volte in Germania a Goetting. Qui siamo in Italia (“campionato mediamente migliora a quello tedesco, soprattutto le squadre di vertice e di coda”), ma l’obiettivo è lo stesso. Ad una condizione: che la squadra svolti subito in difesa. Ha le idee chiare il nuovo coach Johan Roijakkers, “asciugato” per circa un’ora con domande a raffica da parte della numerosa ed esigente stampa varesina, giusto per capire che Masnago non è esattamente un luogo come tanti quando si parla di basket. Il General Manager Michael Arcieri (che ha accompagnato in conferenza stampa il nuovo allenatore insieme al Direttore Sportivo Mario Oioli) lo sa, ammette che da martedì ha dormito forse 3 ore a notte per cercare il nuovo acquisto Justin Reyes (sarà ufficializzato settimana prossima) e il nuovo pivot, che deve essere ancora identificato. E, a proposito di rumors, il dirigente italo-americano dice in modo esplicito che non gli piacciono le anticipazioni sui giornali (come nel caso di Reyes) e che Markus Keene e Alessandro Gentile sono e rimarranno giocatori della Openjobmetis. Johan Roijakkers ha sottoscritto un accordo pluriennale e, settimana prossima, dovrà sostenere (e pagare 10.000 euro) per avere l’abilitazione per andare in panchina.

Credo nella salvezza, le prime impressioni sono molto buone

Sono molto eccitato per questa opportunità. Conosco bene la tradizione di Varese e già da domani dovremo giocare una buona partita per tornare alla vittoria. Essere in Italia per me è una opportunità, visto che i Paesi Bassi sono conosciuto maggiormente per il calcio, che anche io seguo. Stiamo facendo sedute di allenamento molto partecipate e “rumorose” insieme alla squadra e poi andremo in campo con la Reyer Venezia. La vittoria è la cosa più importante, ma sarà ancora più importante il modo in cui entreremo in campo: se faremo bene, il successo sarà una conseguenza diretta. Le prime impressioni?  Molto buone. Ho voglia di vedere come reagirà la squadra in partita. Ho lavorato tanti anni in Germania e siamo sempre riusciti a mantenere la categoria. Io credo nella salvezza e tutti dobbiamo crederci e lavorare per questo obiettivo, portando tanta energia in partita e trasmettendola al nostro pubblico, soprattutto in casa. A volte basta una vittoria per far scattare un click importante.

Il primo contatto con Varese

Ho avuto il primo contatto il 31 dicembre. Mi ha chiamato Chris Finch (attuale head coach dei Minnesota T’Wolves), che mi ha informato che Varese stava cercando un allenatore e se io fossi interessato all’idea. Sono stato poi contattato da Gerson Rosas (ex General Manager sempre di Minnesota) e poi da Luis Scola. Tutto è andato a posto in pochi minuti, prima di stappare lo champagne a mezzanotte.

Il mercato e la squadra

Abbiamo ancora due giocatori da aggiungere. Il pivot sarà l’ultimo movimento. Justin Reyes è un grande realizzatore. Può essere essere un giocatore importante nel gruppo per dare alternative in attacco ad Alessandro Gentile: è cresciuto tanto in questi anni di G-League e diventerà un elemento importante per l’Europa. E’ un buon difensore, mentre in attacco può essere pericoloso in tutti i ruoli, come 2, 3 o 4. Alessandro non deve essere costretto a fermare troppo il pallone in palleggio e, per questo, deve trovare qualcuno su cui scaricare. Che può essere Reyes o Keene o Beane, ma comunque vinceremo se in attacco saremo tutti coinvolti. La squadra attuale? Conoscevo già Sorokas, Sander-Vene e Beane. Oltre ovviamente Gentile.

La fase tattica

Abbiamo impostato un allenamento sulla fase difensiva, visto che siamo la peggiore squadra del campionato. In campo cercheremo di avere un ritmo più alto e di giocare più velocemente. In attacco non cambieremo molto, mentre c’è tanto da fare in difesa. Non stiamo forzando le palle perse degli avversari, la protezione dell’area non è buona. Sul pick-and-roll avremo una sola soluzione: se non andrà bene il “piano A”, non ci sarà alcun “piano B”, dovremo forzare al massimo perché il “piano A” possa andare bene. Semplificheremo alcuni concetti ed aumenteremo l’aggressività. Quanto tempo ci vorrà? Dobbiamo diventare efficaci al più presto possibile.

Il basket italiano

E’ molto buono, superiore a quello tedesco, soprattutto per le squadre di vertice e di coda. Ho avuto qualche giocatore che è venuto in Italia, l’anno scorso ho giocato contro Sassari e Fortitudo Bologna, ho scoutizzato spesso le vostre partite, anche per prendere Michele Vitali (oggi a Venezia).

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