Olgiate, il caso del campo Bes dal prefetto. Le minoranze: «Solidali con le famiglie»

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OLGIATE OLONA – La questione del campo Bes arriverà sulla scrivania del prefetto. Le famiglie rimaste escluse dalla comunicazione dell’iniziativa stanno pensando di scrivere una lettera al numero uno della prefettura Dario Caputo. E il gruppo di opposizione Olgiate Insieme esprime solidarietà ai genitori. Non si placa la polemica sulla gestione delle iscrizioni (anche se l’assessore ha fatto sapere che le regole di partecipazione non sono uguali a quelle degli altri campi estivi) del progetto didattico in corso alle scuole Ferrini.

Non è in discussione la bontà del progetto

Nessuno, né genitori né consiglieri di opposizione, mette in discussione la bontà e l’importanza dell’iniziativa. Che a Olgiate ha una storia, che parte proprio dalla scuola. «L’attenzione ai bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali parte qualche fa – scrivono i consiglieri di Olgiate Insieme Alda Acanfora (che è stata anche presidente del consiglio d’istituto), Giorgio Volpi, Angelica Cozzi e Chicco Vettori – Era emersa la necessità di offrire qualcosa ai ragazzi che avevano sicuramente bisogno di un’attenzione in più. Un supporto socio didattico che avrebbe portato benefici a loro, alle famiglie, ma anche alla classe. E su queste basi è stato elaborato un progetto durante l’anno scolastico da portare avanti proprio per valorizzare i punti di forza e compensare quelli di debolezza».

Solidarietà alle famiglie

Acanfora poi prosegue: «Abbiamo la certezza che, se affrontati subito, queste problematiche possono essere  risolte, o quanto meno alleviate, dando quindi un futuro più “certo” ai ragazzi. Il progetto ha coinvolto anche i Servizi sociali ed è stato sostenuto dalla nostra amministrazione. Il progetto per i bes estivo si svolge, infatti, da alcuni anni. Innanzitutto esprimiamo massima solidarietà alle famiglie. Mettendoci nei loro panni, consapevoli di quanto sia delicato aiutare questi ragazzi, i genitori si sono sentiti abbandonati. Forse presi in giro. Questo è dovuto, probabilmente, da una parte alla mancata chiarezza per accedere al servizio dall’altra, probabilmente, da un eccesso di comunicazione per la realizzaione del progetto che ovviamente in questo caso non ha sortito un buon effetto.
Quello che vediamo è un progetto già realizzato anche negli anni passati. Peccato che questo 2020 non è come gli altri anni. L’emergenza e l’obbligo di stare in casa per tutti, ha prodotto soprattutto per chi è più prezioso, grossi problemi. quindi non doveva essere replicato un progetto e basta proprio perché sono cambiate le condizioni e i bisogni».

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