Ospedale di comunità e casa di comunità diffusa: Varese “pungola” i candidati

Da sinistra Giulio Minoja, Roberto Molinari, Guido Bonoldi, Davide Galimberti, Filippo Bianchetti

VARESE – Un documento che contiene quattro proposte per il futuro della sanità sul territorio di Varese. È quanto il comitato “Varese in Salute” porterà all’attenzione dei quattro candidati alla presidenza di Regione Lombardia. Un focus particolare è dedicato agli ospedali e alle case di comunità. «Trasferiremo l’impegno ai candidati presidente, auspicando che sia stipulato un accordo con il territorio varesino in modo che ci sia una sorta di condivisione, valutazione e integrazione sulle problematiche del territorio», ha detto il sindaco Davide Galimberti.

Proposte specifiche

Il primo cittadino ha presentato il documento oggi, sabato 28 gennaio, insieme all’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari e a tre componenti del comitato Varese in Salute, nato lo scorso giugno con l’obiettivo di coinvolgere importanti personalità del mondo sanitario varesino in un laboratorio di idee. Presenti Giulio Minoja, ex primario di rianimazione al Circolo di Varese e Filippo Bianchetti, volontario di Sanità di Frontiera, insieme a Guido Bonoldi, consigliere comunale con delega alla sanità e coordinatore del comitato. «Sono quattro proposte specifiche: non siamo voluti stare sul generico, ma chiedere qualcosa di fattibile», ha spiegato lo stesso Bonoldi, prima di entrare nel dettaglio delle singole sollecitazioni che giungono da Varese.

Un ospedale di comunità a Varese

La prima proposta riguarda gli ospedali di comunità, che in base alla legge regionale 22 del 2021 rappresentano servizi sanitari di ricovero destinati a pazienti provenienti dal domicilio, che necessitano di assistenza a media-bassa intensità per degenze di breve durata e con un numero di letti tra 20 e 40. Sul territorio di Asst Sette Laghi è programmata la realizzazione di due ospedali di comunità, uno a Luino e l’altro a Cuasso al Monte. “Varese in Salute” chiede che si prenda in considerazione la realizzazione, in aggiunta ai due previsti o in alternativa a quello di Cuasso al Monte, di un ospedale di comunità ubicato a Varese. L’obiettivo è doppio: facilitare il coinvolgimento dei medici di medicina generale e contribuire a decongestionare il Pronto soccorso.

Casa di comunità diffusa

Un’altra novità introdotta dalla riforma è la casa di comunità. A Varese è in corso l’implementazione della sede di via Monte Rosa (nella foto sotto), che avrà il ruolo di hub, con la presenza di un servizio medico h24. Non è invece prevista per il momento la realizzazione di una casa di comunità spoke a Varese. La proposta del comitato è dunque quella di realizzare una sorta di casa di comunità spoke diffusa, che metta in rete la sede hub con gli studi dei medici di medicina generale, in particolare puntando sul ruolo degli infermieri di famiglia e comunità, figure professionali importanti sia per la casa di comunità che per il sistema delle cure primarie.

Centro antifumo e Sanità di Frontiera

A Varese non un esiste un centro di disassuefazione al fumo per coloro che desiderano abbandonare la sigaretta. La terza proposta è proprio quella di istituire un servizio antifumo in città. Infine l’ultima, relativa all’associazione di volontariato Sanità di Frontiera, attiva a Varese dal 2009. Una realtà che gestisce un ambulatorio dove sono fornite prestazioni sanitarie gratuite per immigrati privi del permesso di soggiorno e cittadini senza fissa dimora. Sono circa 400 le persone all’anno seguite, grazie all’impegno di una cinquantina di volontari, tra cui medici, infermieri e psicologi. «Oltre alla sede attuale presso la Casa della Carità ci servirebbero maggiori spazi per garantire il servizio», ha spiegato Filippo Bianchetti. La richiesta è dunque quella di prevedere un’area per l’ambulatorio nella casa di comunità di viale Monte Rosa.