Ospedale, né unico né nuovo: l’altra raccolta firme. «Manifesteremo a Busto»

BUSTO ARSIZIO – «Né ospedale unico, né ospedale nuovo». Il comitato Stopospedalunico torna ad alzare la voce e rilancia la sua raccolta firme, in contrapposizione a quella in corso a Gallarate, con l’obiettivo di fermare ogni nuovo progetto. Perché «due ospedali sul territorio ci sono, vanno mantenuti e fatti funzionare bene». Per il comitato “Stop” l’idea di costruire un nuovo ospedale in aggiunta agli esistenti è «realisticamente impraticabile, e pensare che non lo si pensi anche nel comitato per il diritto alla salute del Varesotto pare un po’ strano».

Comitati contro

Si acuiscono le divisioni nel fronte del “No” all’ospedale unico di Busto-Gallarate. Se la raccolta firme “dei tre ospedali” promossa da Obiettivo Comune Gallarate veleggia oltre le diecimila firme, il comitato Stopospedaleunico, avviato nei mesi scorsi dalle forze di sinistra (tra cui il PCI) rilancia la sua raccolta firme – che su Change ha ottenuto 226 firme a cui vanno aggiunte quelle dei banchetti sul territorio – per dire No all’ospedale unico e No anche all’ospedale nuovo. L’altro comitato, quello per il diritto alla salute del Varesotto, finisce nel mirino: «Sconcertante – per “Stop” – che alla nostra petizione non solo non si sia data voce ed appoggio ma sia stata altresì avversata e derisa. Definita “pagliacciata”». Per il comitato “Stop” «la via maestra resta quella della salvaguardia degli attuali ospedali esistenti, quello di Busto e quello di Gallarate, senza l’aggiunta di alcun nuovo ospedale». Ed è per riaffermare questo che si prepara la piazza: «In autunno indiremo una manifestazione davanti all’ospedale di Busto, replicando quella che si è tenuta a Gallarate l’otto di giugno 2023, in difesa del diritto alla cura ed in difesa della sanità pubblica».

Il comunicato di Stopospedalunico

Cosa diciamo in merito all’ospedale?

La nostra risposta è NÉ OSPEDALE UNICO NÉ OSPEDALE NUOVO!

Due ospedali sul territorio ci sono, vanno mantenuti e fatti funzionare bene. Non gettiamo fumo negli occhi ai cittadini con sottili distinzioni terminologiche!

Dopo l’uscita da qualche mese di vari articoli a tema nuovo ospedale unico Busto/Gallarate, come comitato StopOspedaleUnico ci preoccupa e ci vede contrari il cambio/confusione di termini che si profila tra espressioni quali “ospedale nuovo” ed “ospedale unico”. Se un no all’ospedale unico Busto-Gallarate sembra trovare oggi altri sostenitori, questi stessi non sono però contrari ad un nuovo ospedale a Busto, purché venga mantenuto l’attuale presidio di Gallarate. Parrebbe di vedere dietro questa posizione un certo campanilismo, se non addirittura opportunismo politico volto a tutelare gli interessi di un territorio senza badare troppo alla complessità del problema, che non è a nostro parere così strettamente locale. Ad essere toccato non è infatti il solo territorio di Gallarate ma quello comprendente l’intero territorio afferente all’ASST Valle Olona comprendente oltre 250.000 potenziali pazienti stando agli ultimi dati Regionali risalenti al dicembre 2021. 

Ci preoccupa e ci vede contrari la spesso propagandata ostilità alla politica. È stato detto, in particolare da parte di “operatori del terzo settore”, che la questione della cura e della salute non è questione politica, che ai cittadini interessa solo curarsi, pubblico o privato “questo o quello per me pari sono”, e farlo al meglio e che ciò non può dipendere da scelte politiche.  Siamo invece assolutamente convinti che la questione sia prioritariamente politica. Il modo ed i tempi in cui le cure sono dispensate dipendono assolutamente da decisioni politiche. È la politica ad aver deciso che la sanità pubblica non è poi così centrale, potendo essere sostituita da quella convenzionata e privata, determinando così i tempi e la fruibilità dei servizi sanitari. Ciò ha determinato la lunghezza delle liste d’attesa e conseguentemente la spinta ad accedere ai servizi sanitari privati. La salute passa da essere diritto per tutti a privilegio possibile per chi può e finché può.

Troviamo poi abbastanza sorprendente che ad opporsi a talune decisioni politiche regionali, quale appunto quella del “Nuovo Ospedale Unico”, siano gli stessi che un tempo erano assolutamente convinti della assoluta bontà di tali decisioni: forse una folgorazione sulla via di Damasco? Forse che ad illuminarli” sia stato invece il cambio di “colore” politico a livello locale? Da un tempo in cui appartenenti alla maggioranza politica che governava sia regione che comune si trovano ora ad essere maggioranza in regione ma minoranza in comune in attesa di elezioni? È curioso che proprio un consigliere attualmente in minoranza in consiglio comunale di Gallarate con la propria lista civica, quindi all’opposizione del governo locale, ma già in quota Lega alla partenza dell’iter della deposizione delle firme dei due sindaci di allora, proponga ora una raccolta firme contro l’ospedale unico, poiché la Lega è tra i primi responsabili dell’affossamento della sanità pubblica e dei disastri conseguenti nella nostra Regione. 

Cosa significa poi veramente essere a favore dell’Ospedale Nuovo a condizione verranno mantenuti gli ospedali esistenti?

Il Comitato per la Salute del Varesotto ha infatti espresso il suo parere favorevole alla realizzazione di un nuovo ospedale purché non si cancellino gli esistenti; la ragione è che il nuovo ospedale potrà contenere reparti di eccellenza, mentre il mantenimento delle vecchie strutture eviterà che si allunghino le liste di attesa, cosa inevitabile nel caso di chiusura delle stesse.

La cosa ci sembra però realisticamente impraticabile, e pensare che non lo si pensi anche nel comitato sopra citato pare un po’ strano. Il costo del nuovo ospedale è già di per sé elevato e a tutt’oggi non risultano le coperture finanziarie per la realizzazione. Come si può pensare che vengano trovati i fondi per la risistemazione degli ospedali attuali? Come possiamo pensare che la Regione Lombardia orientata la taglio della spesa sanitaria ed alla privatizzazione della sanità possa poi spendere danaro per fare funzionare sia il nuovo ospedale che i vecchi? Non è che dietro questa nuova posizione che riconosce la possibilità della realizzazione di un nuovo polo ospedaliero senza la cancellazione dei vecchi nasconde il desiderio da un lato di non scontentare quella parte politica che tanto lo ha sostenuto e dall’altro “assecondare” le preoccupazioni dei cittadini che non vedono di buon occhio la dismissione dei vecchi presidi territorialmente più vicini ed accessibili?

Oltretutto questa soluzione che sembrerebbe salvare “capra e cavoli” lascia comunque aperti altri problemi inerenti la realizzazione del nuovo presidio a Busto: ricordiamo solo quello ambientale legato alla cementificazione e distruzione dell’area verde su cui sorgerà e quello della sua collocazione lungo il Sempione e nei pressi dell’HUPAC.

Troviamo poi sconcertante il fatto che alla nostra raccolta firme per una petizione contro l’ospedale unico, che invieremo al Presidente delle Regione Lombardia, alla ATS Insubria alla ASST Valle Olona ed ai sindaci dei comuni del territorio  interessato, partita già ad aprile del 2023, petizione in cui si esprimeva la nostra piena e decisa contrarietà al progetto di un unico ospedale che avrebbe cancellato gli attuali, non solo non si sia data voce ed appoggio ma sia stata altresì avversata e derisa. (In occasione di una raccolta organizzata durante una iniziativa pubblica, un membro del Comitato per il diritto alla Salute del varesotto l’ha definita pagliacciata!) 

Ribadiamo che per noi la via maestra resta quella della salvaguardia degli attuali ospedali esistenti, quello di Busto e quello di Gallarate, senza l’aggiunta di alcun nuovo ospedale. I due ospedali andranno si rimessi in sesto, ristrutturati e dotati del personale necessario, ma per far fronte alle reali esigenze sanitarie e rimediare agli anni di incuria. Questa incuria è poi perlopiù frutto di una scellerata politica, che ha voluto che non si facesse nulla in attesa appunto di quel nuovo ospedale unico che pare ad oggi una chimera, e che comunque anche nelle ipotesi più ottimistiche richiederà lunghi tempi di realizzazione e che non sarà capace di soddisfare le esigenze di salute del territorio, avendo meno posti letto ed altre criticità già da noi delineate.    

Per noi la tutela della saluta resta PRIORITARIA. Tutelare la salute significa avere idea di quali sono le necessità che un territorio ha, e predisporre i mezzi per soddisfarle. Questo è possibile solo attraverso un approccio che rimetta il pubblico al centro della politica sanitaria. È il pubblico che deve analizzare la criticità di un territorio, riconoscerne le esigenze e predisporre le strutture ed i modi per soddisfarle. Sarà solo attraverso il sistema sanitario pubblico che si potrà provvedere a tutelare i cittadini, indipendentemente dalla loro capacità economiche ed unicamente sulla base delle loro necessità. 

IL DIRITTO ALLA SALUTE E’ SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE! 

Art.32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti………….. 

Non sarà di certo un sistema privatistico a permettere a tutti di curarsi nei tempi e nei modi adeguati. Al privato conviene offrire certi servizi ed in certi tempi, perché di fatto segue le regole del mercato. La salute è un diritto, non lasciamo che sia il mercato a decidere chi e come possa curarsi. 

Per questi motivi proseguiamo la campagna di raccolta firme STOP OSPEDALE Unico. In autunno indiremo una manifestazione davanti all’ospedale di Busto, replicando quella che si è tenuta a Gallarate l’otto di giugno 2023, in difesa del diritto alla cura ed in difesa della sanità pubblica.

busto arsizio stop ospedale unico – MALPENSA24