Per il Pd un futuro carico di incognite

pd futuro schlein

di Andrea Buffoni

Finalmente le primarie del PD per la scelta del nuovo segretario dopo le dimissioni di Letta si sono concluse con la vittoria inaspettata a sorpresa di Elly Schlein che di fatto si è iscritta al PD direttamente passando dalla corsa alla Segreteria. Un dato emerge: mai finora si era verificato che un candidato vincesse e nettamente tra gli iscritti e un altro capovolgendo le previsioni tra i gli “esterni” determinando certo una mal tolleranza da parte dei sostenitori di Bonaccini per il fatto che un esterno conti di più un iscritto.

Questo risultato, comunque la si veda, determinerà più di un problema all’interno del PD, viste anche le prime dichiarazioni della Schlein che ha ribadito di rappresentare l’ala più radicale e movimentista e fuori dalla tradizione ex DC ed ex PCI. In primis la difficile convivenza con l’area riformista e socialista, rappresentata anche dal PSI peraltro già sopportato e emarginato dal PD di Letta, mentre si avvertiranno le conseguenze di uno scontato abbraccio con i 5 Stelle (che certamente hanno vampirescamente contribuito alla vittoria) e la esclusione di ogni rapporto con il Terzo Polo di Renzi e Calenda che aspetta a braccia aperte .

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Andrea Buffoni

L’area riformista del PD è in evidente sofferenza e l’area cattolica in fibrillazione per le inaccettabili dichiarazioni sui principi fondanti e sui “diritti” sia quella che fa capo a Lorenzo Guerrini che a Pierluigi Castagnetti ultimo segretario del Partito Popolare che ha già messo avanti le mani convocando una riunione degli ex Popolari del PD.

Come contraltare emerge l’entusiastico appoggio di S.I. di Fratoianni e Bonelli oltre che della vecchia dirigenza di Articolo 1 e degli ex S.E.L. Di Vendola. Con gravi conseguenze sul futuro del PD, in particolare sulla politica ambientale e le fonti energetiche con il rifiuto del nucleare e le incognite sul permanere dei rapporti con l’U.E e l’ancoraggio alle alleanze internazionali a cominciare dalla NATO e al riferimento delle Istituzioni e Cancellerie occidentali , con il rischio che il Partito possa scivolare su un “pacifismo” tiepido e ambiguo filo Putin caldeggiato anche dal Movimento 5 Stelle .

La prima prova importante sarà il prossimo voto del Parlamento per il rinnovo dell’invio di armi all’Ucraina, proditoriamente aggredita dal criminale invasore russo, in difesa della libertà del suo martoriato popolo.

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