Polveriera Forza Italia: traditi gli alleati di Fratelli d’Italia. Il diktat per il capolista

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VARESE – Tira una bruttissima aria in Forza Italia. La sezione provinciale è attraversata da una serie di pesanti tensioni interne e di rapporti che, a quanto pare, si stanno guastando soprattutto con Fratelli d’Italia. Situazione difficile, per non dire altro, proprio alla vigilia delle elezioni provinciali e regionali; due appuntamenti che, per i berlusconiani locali, sono l’occasione per recuperare consensi rispetto agli alleati del centrodestra. Ma procediamo con ordine.

Retrocesso Zappamiglio

Il primo problema riguarda la squadra che rappresenterà gli azzurri del Varesotto il 12 e 13 febbraio per la consultazione regionale. Il direttivo provinciale aveva indicato Pietro Zappamiglio sindaco di Gorla Maggiore, come capolista. Ma Licia Ronzulli, coordinatrice regionale, lo ha retrocesso in favore di Simone Longhini che, secondo le nostre informazioni, avrebbe perorato la propria causa in sede di segreteria lombarda. La decisione di Ronzulli ha causato il finimondo interno per il semplice fatto che le indicazioni del territorio sono state clamorosamente disattese, umiliando la sezione e lo stesso Zappamiglio che, più di altri, sottolineano le nostre fonti, avrebbe meritato il posto più importante in lista. Perché è un sindaco e perché ha lavorato testa bassa per il partito nonostante il delicatissimo momento.

Meglio Magrini di Antonelli

Di più, raccontano che Longhini ha (avrebbe) barattato l’appoggio alle regionali per se stesso con i civici di Marco Magrini, candidato alla presidenza della provincia con il sostegno del Partito democratico. In buona sostanza, i voti dei consiglieri comunali forzisti, tra cui anche quelli “pesanti” del capoluogo, confluirebbero su Magrini alle elezioni di secondo livello del 29 gennaio per Villa Recalcati. I civici, a loro volta, voterebbero Longhini alla regionali garatendogli, tra l’altro, la nomina a vice presidente della Provincia in caso di successo del loro candidato alla presidenza.

L’accordo, politicamente innaturale, è stato tenuto sottotraccia finché non è arrivato all’orecchio degli alleati di Fratelli d’Italia e, nella fattispecie del candidato del centrodestra in contrapposizione a Magrini, Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio. Chi sa rivela una specie di sommovimento politico dopo la scoperta del “tradimento” che il coordinatore provinciale forzista, Giuseppe Taldone, sta cercando a fatica di arginare. Gli animi però sarebbero infuocati e, a questo punto, i berlusconiani dovranno in qualche modo giustificarsi. Ma come?

La rabbia di Busto Arsizio

A complicare il quadro di riferimento sarebbe intervenuto un esponente di Forza Italia di Saronno, Giuseppe Anselmo, accreditandosi come portavoce di Licia Ronzulli. Costui, già responsabile provinciale di “Cambiamo”, il partito fondato da Giovanni Toti, per poi tornare alla casa madre di Arcore, sarebbe intervenuto a gamba tesa nella sezione di Busto Arsizio. Per fare cosa? Dicono per esautorare il coordinatore cittadino Orazio Tallarida, a suo dire inefficiente sotto il profilo politico. In verità, considerato troppo vicino a Antonelli, che una parte di Forza Italia, quella che appunto fa riferimento a Longhini, vorrebbe mettere in difficoltà. Immaginabile la reazione dello stesso Tallarida. E immaginabile l’effetto che tutto ciò sta facendo dentro un partito che, negli ultimi anni, è stato caratterizzato da uno tsunami giudiziario e da un sensibilissimo calo di consensi. Tanto più che fra meno di tre settimane si vota per la Provincia e tra un mese o poco più per la Regione. Per Forza Italia varesina le premesse sono tutt’altro che rasserenanti.

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