Ponte tra Cavaria e Oggiona, Zeni (Lega): «Si è mancato di rispetto ai cittadini»

CAVARIA CON PREMEZZO – Dureranno circa quattro mesi i lavori sulla strada che collega Cavaria con Premezzo a Oggiona con Santo Stefano passando sopra l’autostrada. E se sulla necessità di mettere in sicurezza il ponte non si discute, a far polemica sono tempistiche, modalità e mancata condivisione delle informazioni con i cittadini.  Secondo Franco Zeni, segretario della Lega – sezione Valle del Boia «si sarebbero potute trovare soluzioni più pensate e vicine alle esigenze dei paesi coinvolti», rispetto ad una scelta «per nulla consona al traffico della provinciale».

«Soluzione sbrigativa»

Secondo Zeni, che non discute la scelta di Autostrade di mettere in sicurezza i ponti, quello che impensierisce è «la soluzione che si pensa di aver trovata per la viabilità ordinaria, un sistema sbrigativo che potrebbe anche andare bene per un’urgenza ma non per dei lavori programmati». La strada provinciale tra i Comuni di Oggiona con S.Stefano e Cavaria Con Premezzo, «è infatti una strada usata principalmente per lavoro, la strada per raggiungere la stazione ferroviaria e per l’entrata dell’autostrada per Varese e Milano per chi arriva da Santo Stefano e Cassano». Il blocco in uno dei due sensi, con la conseguente deviazione del traffico, «non è per nulla consono al tenore di traffico della provinciale».

«Mancanza di comunicazione»

La soluzione più opportuna secondo Zeni sarebbe stata quella di «chiudere l’uscita della A8 da Varese e Milano – l’uscita di Solbiate Arno si trova a 3 km ed è raccordata bene con Oggiona, Cavaria e Jerago – istituire un divieto di svolta al traffico pesante sulle strade che da via Ronchetti portano al ponte» per poi  «istituire da Oggiona con S.Stefano  un divieto con obbligo di svolta a sinistra, per traffico pesante, con eccezione per scarico e carico per le aziende prima del ponte all’altezza dell’intersecazione con via per Cedrate ed il posizionamento di un semaforo per senso unico alternato sul ponte oggetto di lavori». Una soluzione simile sarebbe stata di certo «più pensata e vicina alle esigenze dei paesi coinvolti». Oltre a questo, a lasciare basiti è «la totale mancanza di comunicazione: solo qualche post su Facebook è una mancanza di rispetto verso i cittadini». Conclude Zeni: «Da mesi si sapeva di questa chiusura. Non c’è stata la minima interazione tra i Comuni coinvolti» per minimizzare il disagio.

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