Primario di Legnano positivo ricoverato nel suo reparto:«Vi racconto la malattia»

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LEGNANO – «Per la legge del contrappasso ero ricoverato nel reparto che dirigevo, ormai reparto Covid, com’era stato per tutto il periodo di emergenza marzo-maggio 2020». Comincia così la lettera aperta che Antonino Mazzone, direttore del dipartimento Area Medica dell’Asst Ovest Milanese e vice presidente Fism-Federazione italiana società medico scientifiche, ha scritto ieri, giovedì 5 novembre, al giornale on line di informazione sanitaria quotidianosanità.it. «Mi ero salvato dalla prima ondata, ne avevo curati e gestiti 1.281, pensavo di essere immune ed eccomi qua. La febbre, la tosse, i continui tamponi. Quando dopo la notte con la febbre ti svegli e fai colazione e lo yogurt ti sembra calce, capisci che ci siamo».

Mazzone, direttore dell’Area Medica: «E c’è chi nega…»

legnano primario ricoverato covidLa lunga lettera è una sorta di diario, con riflessioni e qualche critica. «Quando si passa dall’altra parte – scrive Mazzone (nella foto) – si capisce molto di più di questa professione. Essere responsabile della salute della persona vuol dire accontentare e guidare i suoi desideri, le sue speranze, anche quando la prognosi non è favorevole. Questa pandemia ha fatto evidenziare in maniera straordinaria quanto ancora sia importante il rapporto medico-paziente, nei veri rapporti umani, nella sofferenza». Il direttore dell’Area Medica punta poi il dito sui negazionisti («ma chi sono, vedo alla tv gente che dice che non è vero, che non esiste nessuna epidemia, mi giro con lo sguardo dalla finestra e vedo le ambulanze che continuano a portare ammalati»), sul sistema-Italia («diamo il meglio nell’emergenza, abbiamo difficoltà a gestire la routine»), sui media («che tristezza vedere un giornalismo che non è stato capace di fare una analisi serena di quello che si sta facendo e di che cosa succede nei grandi ospedali. Non si riflette sui fatti, si parla per partito preso, non va bene, bisogna tornare al ragionamento di Galileo, il resto conta poco»).

«Numeri imprevedibili, solo qui 300 ricoverati Covid»

Sulla gestione dell’emergenza, Antonino Mazzone ha le idee chiare. «Siamo arrivati preparati – afferma – ma il numero oggi era imprevedibile e si fa qualche fatica. Si parla di Terapie intensive, giusto, ma lì i ricoveri sono meno del 10%, non si è capito che bisogna intervenire prima, così ne arrivano di meno in rianimazione. Anche Pneumologia e Malattie infettive sono in grado di ricoverare al massimo il 10% dei malati, qualcuno si è chiesto dove sono ricoverati il restante 80%? Nessuno, né l’Istituto Superiore di Sanità, né assessori o ministri hanno citato, anche per una forma di riconoscimento e ringraziamento, chi gestisce l’80% dei pazienti: la Medicina Interna. Oggi nel Dipartimento di Area Medica che dirigo ci sono oltre 300 ricoverati Covid, uno sono io. Per fare un esempio comprensibile, i pazienti sono di più che in tutto il prestigioso Spallanzani di Roma: immaginate le diverse risorse disponibili».

«La chiave del successo è Medicina Interna»

Poi, un pensiero ai colleghi e collaboratori. «Da paziente sento la necessità di sottolineare un aspetto: riconoscere ai medici internisti e agli infermieri che in assoluto silenzio hanno contribuito al benessere dei pazienti Covid e all’efficienza del nostro sistema sanitario». E un ultimo desiderio: «Chiedo a tutti, istituzioni nazionali e regionali, quando comunicate dite la verità. La cura in Medicina Interna è fondamentale per non far peggiorare i pazienti e ricoverarli in terapia intensiva. Le competenze e la visione olistica nella gestione del paziente complesso e polipatologico e in polifarmacoterapia ne fanno il pilastro del Servizio sanitario nazionale, e contribuiscono a fare qualche vittima in meno. Per vincere ci vuole il gioco di squadra. Spero di guarire presto e aiutare gli altri fin che posso».

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