Recupero del Borri di Busto: tante idee e un solo progetto: il polo scolastico di Acof

busto calzaturificio Borri Ghisellini

BUSTO ARSIZIO – Calzaturificio ferita aperta da ricucire. Con progetti e soldi concreti più che con idee, che nel corso degli anni non sono mai mancate. Per poi naufragare quasi tutte in una realtà fatta di immobilismo e degrado e restare in quello che nel mondo della politica si chiama libro dei sogni. Volume aperto ultimamente in una riunione tra il sindaco Emanuele Antonelli, l’assessore al Bilancio Paola Magugliani e la società incaricata dal Comune per lavorare ai bandi europei e portare risorse sul territorio.

Incontro durante il quale non sono mancate proposte, ma a anche una certezza: senza lo straccio di un progetto la strada che porta a Bruxelles per ottenere finanziamenti non è certo percorribile. Insomma non bastano le buone intenzioni e la dichiarata volontà di dare dignità e un ruolo urbanistico all’ex calzaturificio Borri.

L’idea al momento più solida

Dici Borri e subito, come una collana di perle, seguono una fila di ipotizzate destinazioni: da chi avrebbe voluto realizzare un albergo a chi in quegli spazi avrebbe voluto una rinomata scuola di musica. I fatti dicono che negli ultimi vent’anni solo l’intervento della Coop ha riqualificato un pezzo di quell’area degradata. E pare che nella riunione a Palazzo Gilardoni di qualche giorno fa sul tavolo sia stato messa l’idea di realizzare un incubatore di start up. Ipotesi che richiama un esperimento già fatto in città, andato a carte quarantotto come quel Polo scientifico tecnologico che ospitò qualche anno fa l’incubatore di aziende ai Molini Marzoli.

E quindi resta la madre di tutte le domande (Che fare del Borri?) e quella che ancora oggi sembrerebbe l’unica vera destinazione possibile: «Fare del Borri un centro dedicato all’alta formazione post diploma, dove possano trovare posto anche le scuole, dalla materna alle superiori è qualcosa di più di un’idea». Come ebbe modo di spiegare il 18 marzo 2019 a Malpensa 24 Mauro Ghisellini, direttore degli Istituti Olga Fiorini e Acof che, insieme anche a Benedetto Di Rienzo, presidente della Fondazione Merlini hanno lavorato per costruire una rete di realtà appartenenti al mondo della scuola, della cultura e dell’associazionismo interessate al progetto. Nulla di nuovo da vendere insomma.

Parole accompagnate quelle di Ghisellini, anche da un video in cui si vede come potrebbe diventare l’ex calzaturificio nell’ospitare un importante polo didattico culturale. Progetto affascinante sotto il profilo urbanistico, sociale, culturale, didattico ed anche economico per le possibili ricadute sulle città. Intervento che parte con un vantaggio su tutti: esiste già e potrebbe avere un canale di finanziamento direttamente dal ministero. C’è solo da domandarsi come mai Palazzo Gilardoni non l’abbia ancora preso in seria considerazione.

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