A Samarate arrivati 70 profughi ucraini. «Lasciamo i nostri uomini in guerra»

samarate accoglie profughi ucraini

SAMARATE – Sono circa settanta i profughi ucraini arrivati a Samarate questa sera, 7 marzo. Due pullman pieni, simbolo di una comunità, di un intero Paese, in fuga dalla guerra. A testimoniarlo i sorrisi amari di donne e giovani – giovanissimi – che sanno di essersi lasciati alle spalle il dramma di bombe e uomini armati in giro per le strade delle loro città. Ma anche gli occhi gonfi dalle lacrime che raccontano il momento in cui si sono dovuti separare da mariti, fratelli e figli per consegnarli alla divisa dell’esercito.

L’arrivo in piazza

Ad accoglierli una piazza Italia buia e deserta, in sintonia con il difficile momento che molte persone stanno affrontando. Ha provato a scaldare l’atmosfera il sindaco Enrico Puricelli che in fascia tricolore non ha risparmiato abbracci ai bimbi, alcuni così piccoli da non aver raggiunto nemmeno l’età dei primi passi, e parole di conforto ai più grandi. Oltre la barriera linguistica. «Pochi episodi mi hanno emozionato così tanto», ha detto. «Samarate c’è e ha il cuore d’oro».

Al suo fianco, il vicesindaco con delega ai Servizi Sociali, Nicoletta Alampi: «Faremo tutto ciò che è necessario per aiutarli, sono fiera delle nostre associazioni». Il riferimento va a Noi con voi (presieduta da Carlo Puricelli), a Vita a colori (di Arsago Seprio) e alla Banca del tempo (di Gallarate), che hanno intrapreso questo viaggio nell’est Europa per recuperare chi ha chiesto una mano. Sul posto anche i volontari della Protezione civile.

Le testimonianze

Persone come Vitaly, che a sedici anni ha dovuto lasciare amici e scuola, per venire in Italia con la mamma e la nonna. In Ucraina è rimasto il rumore delle bombe che a soli dieci chilometri di distanza dalla sua città riempiva le strade. Ma anche il papà e il fratello maggiore, arruolati per difendere il Paese.

O come Nadia, che insieme al figlio di sette anni è salita su un treno per lasciare i confini. Era il mezzo più efficace per uscire dall’Ucraina, ha raccontato con l’aiuto di una traduttrice. Questo perché le città sono in confusione, rendendo più pericolosa una fuga in macchina. Treni che non sono riusciti ad accogliere tutte le persone che effettivamente avrebbero voluto uscire dall’Ucraina.

Natalyia, che da otto anni e mezzo vive in Italia, ha sfruttato l’opportunità del viaggio samaratese per recuperare i figli, due gemelli di undici anni e uno più grande di quindici. I suoi ragazzi sono stati accompagnati al confine dalla nonna, che è poi rimasta nella sua terra.

Altri venti profughi in arrivo a Varese

Domani, 8 marzo, sono attesi altri venti profughi, che arriveranno a Varese. Gente che scappa dalla paura, fotografia di un Paese scosso dai crudi risvolti di una guerra che ha separato famiglie intere.

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