Strage di Samarate, Alessandro Maja capace di intendere e di volere

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SAMARATE – E’ capace di intendere e di volere e di stare in giudizio Alessandro Maja. Il geometra 57enne era in pieno possesso delle sue facoltà mentali anche quando, nella notte tra il 3 e il 4 maggio del 2022, sterminò la propria famiglia uccidendo la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, di soli 16 anni, ferendo in modo gravissimo il figlio Nicolò (unico sopravvissuto alla strage nella villetta di via Torino dove i Maja vivevano dagli anni Novanta).

Meritiamo giustizia

Lo ha stabilito la perizia depositata da Marco Lagazzi, nominato dalla Corte d’Assise. Sarà ascoltato nell’udienza del prossimo 19 maggio. Lo scorso 4 maggio, in occasione del primo anniversario della strage, Giulio Pivetta, padre di Stefania e nonno di Giulia, aveva spiegato: «Un uomo che pianifica una cosa del genere non può essere giudicato pazzo. Se giudicato incapace mi dovranno ascoltare lo stesso. Vogliamo sapere i veri motivi dell’atroce gesto, perché deve arrivare il momento della giustizia. Per noi e per Nicolò, al quale è stato tolto tutto. E che, nonostante tutto, lotta per ricostruirsi un futuro. Nostro nipote merita di avere giustizia».
Un concetto ribadito immediatamente anche da Stefano Bettinelli, avvocato di parte civile, il giorno in cui la Corte d’Assise decise per la perizia psichiatrica.

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