Sant’Antonino, ecco la pietra d’inciampo di Crivelli. «Si è sacrificato per la libertà»

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LONATE POZZOLO – «Le persone come Annunciato hanno perso la vita per onorare i valori in cui credevano fermamente. Il loro sacrificio ha permesso a noi di poter vivere in un paese libero e democratico». Si tratta di Annunciato Crivelli, l’eroe a cui fanno riferimento le parole del sindaco di Lonate Pozzolo, Elena Carraro. Parole pronunciate questa mattina, 17 marzo, in occasione della posa della pietra d’inciampo in memoria del partigiano di Sant’Antonino. Che fu deportato a Mauthausen il 17 marzo 1944 – il giorno del suo compleanno – all’età di 20 anni.

«Il sacrificio per la libertà»

Il manufatto d’ottone in ricordo di Crivelli è stato posato in piazza Don Mario Manfrin. E non è un caso che la cerimonia sia avvenuta proprio oggi: nacque il 17 marzo 1924, fu deportato il 17 marzo 1944. Il primo cittadino ha ricordato il sacrificio del partigiano di Sant’Antonino: «Le persone come lui hanno permesso a noi di poter vivere in un paese libero e democratico: il ricordo deve essere sempre mantenuto vivo nel tempo e tramandato alle generazioni future». Quindi i ringraziamenti ad Anpi, nella figura della presidente provinciale Ester Maria DeTomasi, «per aver contribuito alla realizzazione di questo evento». Ma anche ai parenti di Annunciato, presenti, in particolare alla nipote Angela Moscheni. E quindi gli omaggi rivolti alla Fanfara dei Bersaglieri di Lonate, alle forza dell’ordine, alle associazioni e all’istituto Carminati. E ha aggiunto: «Oggi – 17 marzo – è anche il giorno dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Onno e della Bandiera: fondamenta della nostra identità».

«Vigilare contro ogni deriva autoritaria»

Come ricordato anche da Carraro, l’iter per il posizionamento della pietra d’inciampo è iniziato con la precedente amministrazione. L’ex sindaco Nadia Rosa – oggi capogruppo in opposizione con Uniti e Liberi – è quindi intervenuta per condividere i passaggi che hanno dato via a questo percorso in ricordo di Crivelli. Rosa ha parlato «dell’importanza della libertà, della necessità di vigilare contro ogni deriva autoritaria, seguendo l’esempio di coloro che hanno sacrificato tutto, dando la propria vita per uscire dalla dittatura nazifascista». Ma anche «dell’importanza della pietra d’inciampo come memoria che ciascuno di noi deve portare avanti, dell’importanza di tramandare le voci di chi purtroppo non può più testimoniare direttamente le vicende storiche di quel periodo, del ruolo di Anpi in questo tramandare la storia di chi ha lottato per la libertà».

La storia di Crivelli

Primogenito dei quattro figli di Antonio e Genoni Maria Rosalia, Annunciato Crivelli divenne partigiano della 102esima brigata Garibaldi. Venne arrestato sui monti di Domodossola e portato nella caserma Umberto I di Bergamo, per poi essere deportato all’età di 20 anni a Mauthausen, dove arrivò il 20 marzo 1944 con matricola 58829. Fu classificato con la categoria Schutzhaft, ovvero un prigioniero politico, e venne impiegato prima come autista e poi come lavoratore ausiliario. Il 24 marzo dello stesso anno venne trasferito a Gusen II, uno dei campi satellite di Mauthausen. Fece poi ritorno Mauthausen, dove trovò la morte il 03 marzo 1945.

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