Selvicoltura e biomasse: la Comunità Montana del Piambello punta sui boschi

ARCISATETutela delle foreste ma anche possibilità di sfruttare le potenzialità del bosco. La Comunità Montana del Piambello ha presentato oggi, venerdì 21 aprile, nella sede di Arcisate, il suo Piano di indirizzo forestale, in seguito all’approvazione ottenuta nella seduta della giunta di Regione Lombardia dello scorso 17 aprile (nel video sotto le interviste). Un importante strumento di governo del territorio atteso da molto tempo, che tra gli altri effetti avrà quello di consentire l’accesso a finanziamenti europei a valere sul Psr, il Piano di Sviluppo Rurale per imprese ed enti.

Obiettivo equilibrio

Uno strumento complesso, presentato nel 2019, per il quale sono serviti 4 anni di iter approvativo. «Volendo fare una semplificazione estrema è una sorta di piano regolatore dei boschi – ha detto il presidente della Comunità Montana del Piambello Paolo Sartorio – col Piano di indirizzo forestale vorremmo bilanciare e mettere in equilibrio il bosco per le sue funzioni di sfruttamento, turistica e di produzione energetica, un tema molto attuale con le biomasse». Sul territorio dei 20 comuni del Piambello le foreste occupano in totale circa 8136 ettari, pari a circa il 61,86% della superficie territoriale complessivamente sottoposta a Pif, calcolata in 13mila ettari. «Secondo uno studio fatto dal settore Agricolture e foreste di Regione Lombardia – continua Sartorio – se anche noi tagliassimo 5 volte tanto i boschi rispetto a quello che tagliamo ora i nostri boschi crescerebbero comunque del 2% all’anno».

Accesso ai fondi europei

Alla presentazione odierna hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni di categoria del settore Coldiretti e Confagricoltura, la Vigilanza ecologica e l’Area tecnica di Comunità Montana e i comandanti delle stazioni dei Carabinieri Forestali di Arcisate e Cunardo. «L’approvazione di questo piano – ha aggiunto Sartorio – dà inoltre la possibilità di accedere ai fondi di sviluppo rurale, ovvero si sarà in grado di accedere ai fondi europei per la salvaguardia del bosco, ad esempio per le sistemazioni delle strade forestali. Questo dà la possibilità di sbloccare parecchie domande di finanziamento». Il piano prevede anche interventi sul reticolo idrico e prevenzione degli incendi sulle fasce parafuoco. Tra gli altri obiettivi quello di trovare l’equilibrio tra il bosco e la fauna che lo frequenta.

Tre destinazioni

Ad entrare nel dettaglio Guido Locatelli, coordinatore del gruppo di pianificazione che ha redatto il Pif. La durata del piano è di 15 anni, e la Comunità Montana del Piambello ha individuato tre destinazioni principali. «L’indirizzo – ha detto Locatelli – è quello di puntare molto sulla valorizzazione della destinazione protettiva del versante (2000 ettari su un totale di 8000)». Quindi la destinazione naturalistica (541 ettari) e quella multifunzionale (sia produrre legna che garantire paesaggio e natura), che è la prioritaria con oltre 5000 ettari. «Ci muniamo di uno strumento che ci dice dove andare a cercare i contributi e come ottimizzarli per raggiungere gli obiettivi fissati». Il piano verrà presentato nel dettaglio agli amministratori comunali. Positivo intanto il primo riscontro da parte di Confagricoltura. «È uno strumento fondamentale per le aziende che potranno lavorare meglio e con più possibilità sul territorio – ha detto il presidente Giacomo Brusa – manca solo una cosa: delle centrali a biomassa sul territorio. Abbiamo una settantina di aziende boschive, bisogna portare avanti questo discorso».