Sesto, dopo lo stop Colombo rinuncia alla Torre: «Investiremo altrove»

sesto colombo rinuncia torre

SESTO CALENDE – «Noi oggi ci mettiamo una pietra sopra, perciò ci vediamo costretti a reindirizzare il nostro previsto investimento al di fuori di Sesto Calende». L’annuncio di Marco Colombo: la Torre non si farà. Una diretta conseguenza al parere espresso dalla Soprintendenza, che ha bocciato il palazzo da dieci piani progettato dall’azienda di famiglia del capogruppo leghista per riqualificare l’ex complesso Q8.

«Un’occasione persa per Sesto»

Il parere negativo della Soprintendenza, secondo Colombo, significa «un’occasione persa per Sesto e per il territorio, che con il nostro progetto avrebbe potuto beneficiare di nuovi spazi pubblici da condividere e nuove moderne architetture di indiscussa qualità». Quindi pensa al futuro, alle figlie e ai nipoti. «Toccherà a Ludovica, Margherita e Vittoria, insieme ai loro cugini Tommaso e Carolina quando saranno grandi, ricredere in quest’area sempre che lo riterranno opportuno». Un modo per dire che «noi oggi ci mettiamo una pietra sopra».

Si investe altrove

Quindi cosa succederà? «Manuela (sorella e ad dell’azienda di famiglia, ndr) ed io continueremo a credere nell’architettura e nell’arte», prosegue Colombo. «Perciò ci vediamo costretti a reindirizzare il nostro previsto investimento al di fuori di Sesto. Anche se questa città rappresenta per noi la nostra casa, il nostro territorio e i miglior posto per far crescere i nostri figli». Di più: «Mai abbiamo pensato di poterla sfregiare con un edificio inadeguato e continueremo a tutelarla insieme a chi vuole il suo bene».

L’attacco

Quindi, dito puntato contro le opposizioni: «I nemici di Sesto – composti da Insieme per Sesto e Sesto 2030 – stanno già festeggiando. Festeggiamenti, palesemente fuori luogo che offendono e feriscono nuovamente e forse mortalmente la nostra Sesto». Non solo: «Io non gioisco mai sulle sconfitte degli altri. Il rancore e l’invidia, fortunatamente, sono sentimenti sconosciuti sia a me che ai miei familiari. Così come ci ha insegnato nostro padre Enrico».
In particolare, nel mirino c’è Roberto Caielli (IxS), «l’ex sindaco dei disastri sestesi, promotore della moschea e attuale consigliere comunale per il centrosinistra». L’affondo: «L’ecomostro, battezzato così per tanti anni, è senza ombra di dubbio frutto della mal gestione di Caielli e del centrosinistra sestese. E purtroppo resterà tale ancora per tanto tempo. L’unica nota positiva per la città è che grazie al nostro intervento è stato demolito un intero piano abusivo fronte Sempione: non mi capacito come sia stato possibile che l’amministrazione comunale di quel periodo (2007-2009) non se ne fosse accorta. O non abbia voluto accorgersene».

La posizioni delle minoranze

Immediata la replica delle opposizioni di Insieme per Sesto e Sesto 2030. «Nel parere negativo della Soprintendenza – dicono – trovano conferma puntuale e completa i rilievi fatti dalle minoranze e da Legambiente. Se ci avessero ascoltato per tempo non saremmo arrivati a questa solenne bocciatura». Ricordano che il sindaco Giovanni Buzzi «in diverse occasioni ha ripetuto che il limite di 10 piani era “solo urbanistico” e che si sarebbe adeguato nel caso l’autorità competente, cioè la Sovrintendenza, avesse espresso parere diverso e negativo. Ora il parere della sovrintendenza è chiarissimo». E ribadiscono che «l’interesse della città rimane al primo posto ed è lo stesso di prima: cancellare una ferita aperta da anni, dare alla città gli spazi pubblici previsti nel 2007, rispettare le leggi a tutela del paesaggio storico». 
A margine, la risposta di Caielli: «La domanda per Colombo e per il sindaco è semplice: perché in due anni non avete voluto sentire il parere che conta più, quello della Sovrintendenza? Farlo per tempo era la cosa più sensata». E aggiunge: «Mi spiace per Sesto e un po’ anche per la sua ditta che ha speso soldi per un progetto da rifare. E che ha lavorato su una promessa azzardata della giunta pensando che bastasse avere la maggioranza blindata in consiglio». Di più: «Ora Colombo fa la vittima, di se stesso in verità. Mi rifiuto di considerare gli attacchi personali come un modo di far politica, io parlo delle idee non delle persone».

sesto colombo rinuncia torre – MALPENSA24