Moschea Sesto, si alza lo scontro politico. Caielli: «Colombo ti becchi una denuncia»

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SESTO CALENDE – Si alza lo scontro politico sulla moschea di Sesto Calende dopo che il prefetto Salvatore Pasquariello, in qualità di commissario ad acta, ha firmato la variante puntuale al Pgt per realizzare il luogo di culto in via dell’Artigianato. L’ex sindaco leghista Marco Colombo – attuale capogruppo di maggioranza e da sempre fortemente contrario al progetto – non solo promette di non arrendersi, ma accusa i suoi avversari di essere i responsabili della nascita in città della prima moschea della provincia di Varese. Nel mirino, in particolare, l’altro ex primo cittadino Roberto Caielli, oggi figura di spicco delle opposizioni. E si scaldano gli animi.

L’attacco sul «centro abusivo»

A distanza di tre giorni dalla decisione annunciata dal prefetto, è Caielli a rompere il silenzio e a fare chiarezza sulla posizione di Sesto Futura che al momento non ha ancora rilasciato comunicati ufficiali sulla vicenda. Non solo respingendo l’accusa di essere fra i responsabili della nascita della moschea («È comodo, ma anche un po’ vile, indicare su Facebook il nome di persone che non hanno in nessun modo partecipato ad alcuna decisione su questa vicenda»), ma anche per difendere il proprio operato da sindaco. Un passo indietro: in passato i fedeli di Allah si ritrovavano in un piccolo spazio a cui si accedeva dal Sempione. Tanto basta a Colombo per partire all’attacco e incolpando Caielli quando era sindaco, a cui si rivolge direttamente sui social: «Ho dovuto gestire per 15 anni questo problema per colpa tua, che hai permesso per troppi anni di avere sul territorio un centro islamico abusivo. Hai permesso di ghettizzare l’ingresso di Sesto. Se sei onesto con i cittadini riconosci i tuoi errori e non farti più vedere sulla scena politica sestese. Hai già fatto troppi danni e se ci sarà una moschea tu avrai delle colpe che nessuno ti toglierà. Vergognati delle tue scelte».

«Ti becchi una denuncia»

Caielli non ci sta e replica a Colombo: «Mai visto una sequenza di bugie come questa. Non è vero che io abbia permesso nulla di abusivo e se lo ripeti ti becchi una denuncia per falso e calunnia». E precisa: «Quando io ero sindaco (fino al 2004) l’associazione islamica acquistò un immobile privato che in parte era stato realizzato abusivamente negli anni ‘70 e ‘80 e veniva usato come deposito. L’Associazione presentò al Comune una domanda di sanatoria in base alla legge sul condono edilizio del governo Berlusconi. Quella sanatoria non fu concessa nei cinque anni successivi durante i quali io non ero nemmeno parte della giunta». Dunque, aggiunge, «qualunque tua affermazione che mi coinvolga è totalmente falsa». Oggi la situazione ha preso una piega diversa. Affonda Caielli: «Avete detto che non si sarebbe mai indicato un’area di culto come chiesto dall’Associazione e invece questo sta avvenendo grazie alle vostre cause perse. Avete nascosto ai sestesi il contenuto chiarissimo della sentenze ma poi avete incaricato l’ufficio tecnico di trovare l’area e il sindaco Buzzi l’ha portata in consiglio dicendo che “è la scelta migliore” e ringraziando per “l’ottimo lavoro”». Proposta che era stata bocciata dalla sua stessa maggioranza, portando alla nomina del commissario ad acta che non ha fatto altro che confermarla. «Io non ho nulla di cui vergognarmi, ma tu e il tuo sindaco invece molto».

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