Signorini di Samarate trionfa al “Premio Letterario Streghe Vampiri & Co.”

Signorini Premio Streghe Vampiri

SAMARATE – Tre vincitori su 522 partecipanti e 90 finalisti. Tra loro anche Emanuela Signorini, di Samarate, che con “Nero di mummia” si è aggiudicata il primo premio per il Racconto inedito. Con questi numeri si archivia la IX edizione del Premio letterario nazionale “Streghe Vampiri & Co.” organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con l’associazione culturale “I soliti ignoti”. Sabato 23 novembre all’hotel residence Esplanade di Viareggio circa centosessanta persone hanno seguito la cerimonia di premiazione per conoscere i nomi dei vincitori.

La premiazione

La giuria – presieduta da Enrica Giannelli (poetessa e pedagogista clinica analitica) coadiuvata da Chiara Chiozzi (scrittrice e illustratrice di fantasy) e Francesco Grassi Niccolai (attore teatrale e editor) – ha assegnato anche, come da bando di concorso, alcuni premi speciali. Il primo classificato di ogni sezione (romanzo, racconto e poesia) riceverà in premio la pubblicazione ad personam del proprio elaborato nelle collane di narrativa e poesia di Giovane Holden Edizioni. Il Primo Premio Romanzo inedito è stato assegnato a Wladimiro Borchi (Firenze) autore di “Vivo nel buio”, mentre Il Primo Premio Poesia inedita è stato assegnato Loredana Bottaccini (Torino)

Il Nero di mummia di Signorini

La samaratese Emanuela Signorini con “Nero di mummia” ha vinto invece il Primo Premio Racconto inedito con la seguente motivazione: «C’è una strega nel villaggio, una strega che deve essere giustiziata prima che insozzi gli abitanti con chissà quali malie. Il rogo viene fatto, ma lei già è esplosa nel cuore di un giovane pittore, il cui unico scopo di vita diviene ricreare in un dipinto perfetto la sua lugubre bellezza. Ma per far questo, gli saranno necessari componenti molto particolari. Se l’arte vuol sfiorare la realtà, è attraverso i segni maleolenti del degrado e le volute oscure della corruzione che deve passare; se l’uomo vuol inseguire l’eternità di un pieno amore, non potrà non strisciare in un deterioramento efferato, dai contorni morbosi, prossimo della morte. È un barocco pastoso di tenebra quello in cui è intriso questo racconto. Il lavoro dell’artista viene narrato qui non come pratica elegante e composta di idee eccellenti, bensì in una sua accezione più selvaggia, e cioè come ricerca estrema, spossante e repulsiva, della corrispondenza definitiva tra la materia terrena e il desiderio ineffabile dell’uomo. Le atmosfere sono tumide, palpitanti, sature, in un crescendo febbrile che stimola nel lettore percezioni non comuni. Le pagine fremono di calori, di olezzi e di visioni, si sentono con il naso e con le mani, ci si ritrovano violentemente marcate negli occhi, e prima che nella mente ci investono sulla pelle e nel ventre. Il realismo supera se stesso, trasmoda i suoi stessi limiti. Nel corso della lettura, si viene presi dalla sensazione di stare sporcandosi, incapaci di ripararsi dal formidabile impeto del descrittivismo con cui Emanuela Signorini ci avvolge. Fondamentale il ritmo, che sostiene in modo magistrale la crescente e sincopata ossessione del protagonista. Di straordinaria preziosità la ricerca lessicale, che riesce a essere accuratissima nella descrizione delle tecniche artistiche e insieme assolutamente funzionale alla tensione narrativa. Racconto originale, raffinato e trascinante, che possiede il fascino torbido di un’opera maledetta e che sembra star stretto nella pura forma letteraria, quasi pulsando verso una presenza materica».

Signorini Premio Streghe Vampiri – MALPENSA24