Brumana: «Ecco che cosa sarà (e cosa non sarà) la Costituente Civica per Legnano»

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LEGNANO – Avvocato Brumana, che cosa sarà la Costituente Civica da lei annunciata la scorsa settimana?

«Una cosa nuova, un nuovo modo di procedere – risponde Franco Brumana, 70 anni, già assessore comunale, portavoce degli Amici dell’Olona e presidente del comitato per il decentramento della giustizia di Cassano d’Adda, Legnano e Rho –. Legnano ha forte bisogno di civismo: è in decadenza, soprattutto dal punto di vista economico, ed esce da una notevole crisi etica. Ha bisogno di risorgere. I partiti che non si riconoscono negli eredi di Fratus non bastano».

Le liste civiche, però, a Legnano non mancano.

«Queste liste si definiscono loro civiche. Secondo me, occorre invece adottare un metodo di lavoro ben diverso, partendo da zero. Costituiremo la nostra Costituente Civica intorno all’11-12 dicembre con un’assemblea dei cittadini. L’elemento unificante sarà la mia proposta di programma generale e poi si avvierà un confronto con le realtà cittadine, a partire dalle periferie, per recepire le richieste dei cittadini e poi stendere il programma definitivo. Sarà una lista formata dai cittadini, non di reduci delle precedenti battaglie elettorali».

A che cosa punta la sua bozza di programma?

«Vuole volare alto e guardare lontano, perché i problemi di Legnano non sono solo della città. Legnano può avere il ruolo di capoluogo dell’Alto Milanese, una zona che se vuole risolvere i propri problemi lo deve fare unitamente. Esempio: il lavoro. Per Legnano, che in questo momento non ha una zona industriale attuabile per varie pecche dei piani regolatori che si sono succeduti, è la stessa cosa se arriva una fabbrica con mille posti di lavoro qui o, poniamo, a Dairago. Legnano deve crescere insieme alla sua zona. Deve governare i cambiamenti, cogliere tutte le opportunità per il suo sviluppo. Se c’è sviluppo economico ne consegue anche sviluppo culturale, una città è vivace da ogni punto di vista».

La sua è dunque una prospettiva policentrista?

«Esatto, come pure nei confronti di Città Metropolitana di Milano. Altrimenti diventeremmo la periferia della periferia di Milano, come ora siamo trattati. Dal punto di vista istituzionale la Zona omogenea del Legnanese esiste già, ma non ha deleghe né autonomia: su questo si tratta di avviare una grossa battaglia. Ma il policentrismo, o decentramento, dev’essere la regola anche di Legnano città: non ci può essere un centro e le periferie, Legnano deve diventare una città con tanti centri diversi, come Villastanza non è la periferia di Parabiago e Cantalupo non lo è di Cerro. Non ci devono essere più periferie, ma tanti centri».

La prima emergenza del territorio è il lavoro: come pensate di risolverla?

«Se vogliamo lavoro, bisogna fare marketing territoriale, dobbiamo essere invitanti. Nella mia giunta ideale c’è un assessore con delega all’efficienza, cosa mai vista prima. Bisogna curare i trasporti, a cominciare da quello ferroviario, ma anche la sburocratizzazione della pubblica amministrazione, la semplificazione di procedure e regolamenti, come messaggio di benvenuto per le aziende a Legnano. Il Comune deve aiutarle, non creare ostacoli».

Come si pone Costituente Civica rispetto ai partiti oggi presenti sulla scena politica cittadina?

«Evidentemente saremo avversari dei partiti che hanno appoggiato la giunta Fratus e che, purtroppo, non hanno saputo creare alcuna rottura con la vicenda precedente, come dimostra il fatto che la Lega ha fatto ancora causa per il ritorno a tutti i costi di Fratus, Lazzarini e Cozzi. Restano altri partiti, con i quali non c’è nessuna preclusione. L’importante non è chiamarsi lista civica o partito, ma fare esercizio reale di civismo. I partiti attuali dovranno fare un passo indietro e far sì che il candidato che sarà proposto a sindaco non esca dai partiti, ma dalla società civile di Legnano, con loro in secondo piano. È l’unico modo per vincere e per far sì che si realizzino le condizioni per il rinascimento della città».

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