Siria, la guerra dei bambini

Dal 2014 oltre 10.000 bambini sono stati feriti o uccisi. Analisi di un conflitto che sta distruggendo l'infanzia

di Marta Mallamace

In Siria si combatte da dieci anni. La guerra civile comincia nel 2011 con un movimento di protesta pacifico contro il regime di Assad – la cui famiglia governa il paese dal 1970 – che reagisce reprimendo il popolo con la forza, spingendolo quindi a prendere le armi. Da allora i ribelli, i gruppi estremisti, l’esercito e il governo combattono uno dei conflitti armati più complessi e violenti della storia del mondo contemporaneo.

In quest’area devastata, che si trova a sole poche ore di volo dall’Italia, c’è una parte della popolazione che non comprende il significato della guerra ma non ha mai conosciuto un mondo diverso: i bambini. Sono 6 milioni solamente quelli nati da quando è cominciato il conflitto. “Ogni guerra è una guerra contro i bambini”, queste sono le parole di Eglantyne Jebb, la fondatrice di Save the Children, organizzazione non profit impegnata nella salvaguardia dell’infanzia. La devastazione in Siria sta quindi distruggendo il futuro di migliaia di bambini.

Secondo dati verificati a partire dal 2014 – l’anno in cui è cominciato il primo monitoraggio ufficiale – oltre 10.000 bambini sono stati feriti gravemente nel conflitto o uccisi. A causa della crescente urbanizzazione della guerra, all’incirca 1.000 strutture civili sono state distrutte da attacchi militari: scuole, ospedali, case.
Sono oltre 5.000 i minorenni reclutati per combattere, definiti anche “bambini-soldato” dalle convenzioni internazionali: sono tali infatti tutti i minori che appartengono a qualsiasi forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare. La maggior parte di loro è costretta a tutto pur di sopravvivere. Si improvvisano spie, facchini, combattenti, cuochi. Molti vengono sfruttati per la costruzione di armi e ordigni esplosivi, altri per condurre attacchi suicidi, altri ancora, soprattutto bambine, per prestare servizi sessuali. Lo stesso esercito nazionale è stato riconosciuto responsabile di arresto, detenzione arbitraria e tortura di minori.

Gli effetti di questa guerra sull’infanzia sono atroci: oltre mezzo milione di bambini sotto i 5 anni soffre di ritardi nello sviluppo a causa della malnutrizione cronica. Circa 3 milioni non vanno a scuola, di cui il 40% sono bambine e ragazze. Per tutti loro vi è un continuo deterioramento delle risorse, presenti e future e un elevato livello di traumi e stress psicologico.

La Siria non è l’unica a registrare dati così allarmanti sull’infanzia, nel mondo almeno 500 milioni di bambini vivono nelle stesse condizioni: disintegrazione delle strutture sociali e delle reti di protezione, uso e commercio di armi, violenze domestiche, molestie. Tutto questo è davvero inaccettabile. I bambini figli della guerra hanno bisogno di assistenza umanitaria. Va interrotta ogni forma di supporto a questa crisi, come la vendita di armi in Yemen. Va cercata un’immediata risoluzione pacifica al conflitto che sta distruggendo la vita di milioni di creature, per le quali ancora possiamo fare qualcosa, ma dobbiamo agire subito.

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