Lara Comi in tribunale contro il suo stalker: “Ho paura”

carcere busto comi rivolta carcere busto

BUSTO ARSIZIO – Lara Comi era a Busto Arsizio a raccontare in aula, in qualità di teste, il proprio personale incubo. Una vicenda dolorosa lunga un paio d’anni durante i quali l’europarlamentare ha dovuto fare i conti con un presunto stalker. Le proprie vicissitudini sono state raccontate da lei in prima persona questa mattina davanti al giudice monocratico del tribunale di Busto Arsizio, Valeria Recaneschi. La vicenda è nota. Dal 2017, almeno, l’esponente di spicco di Forza Italia sarebbe perseguitata dal veneto, imprenditore di Jesolo, Giovanni Bernardini. Per lei avrebbe perso letteralmente la testa tanto da molestarla incessantemente, tempestandola con una pioggia di messaggi, dichiarazioni d’amore e annesse proposte di matrimonio, con tanto di chiese prenotate con nomi di fantasia. Una vita d’inferno che l’ha costretta a cambiare casa e a zittire un telefono, azzerando il numero che aveva da quando frequentava la terza media. Ma anche pedinamenti sotto casa, appostamenti negli appuntamenti pubblici e nei convegni elettorali. Questo almeno ha raccontato l’eurodeputata davanti al giudice. Il presunto stalker è Giovanni Bernardini, ex candidato sindaco a Jesolo.

Un incubo di due anni

“Ai primi di gennaio – racconta Comi – Bernardini mandò un primo messaggio sul mio cellulare. Per la mia attività politica ero andata a Jesolo per un convegno e incontrai anche il signor Bernardini. Non aveva il mio numero, ma mi è stato riferito che lo aveva avuto da colleghi di partito». E ancora: «Mentre ero in Tv – ha aggiunto il politico – mi diceva che mi stava guardando, mi seguiva, più volte me lo sono trovato fuori casa. Ho cambiato casa, ho tolto il secondo cellulare. Sono arrivata al punto di non dire più pubblicamente dove andassi per la paura di incontrarlo. Mi scriveva che voleva fare l’amore con me, che avrebbe voluto fare dei figli con me. Era andato anche a prenotare la chiesa per il matrimonio”.

Ho ansia e paura

Comi, che ha anticipato che donerà in beneficenza quanto eventualmente stabilirà la sentenza del giudice, non ne poteva più di un corteggiamento tanto asfissiante. Alla fine ha sporto 22 denunce. “Ho ansia, timore, ho la sensazione forte che lui possa venire a Bruxelles. Non poter dire ai miei simpatizzanti dove vado e cosa faccio è lesivo della mia libertà, limitante del mio lavoro. Cambiare il mio cellulare di lavoro mi ha creato un grosso problema. Era un numero che avevo dalla terza media. Sono sempre stata a Saronno, ma ho dovuto cambiare casa”. Si torna in aula il 28 giugno.

Stalker Lara Comi – MALPENSA24