Tari, a Busto rischio aumenti dal 2021. «Assurdo: “ricicloni” e paghiamo di più»

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BUSTO ARSIZIO – La Tari da quest’anno “costa” 700mila euro in più al Comune. Conseguenza del nuovo metodo di calcolo imposto da Arera, l’autorità di regolamentazione dei rifiuti, acqua e gas. Un extra costo faticosamente assorbito dall’Agesp per il 2020, ma che dal 2021 rischia di ricadere sulle tariffe pagate dai cittadini. Così la leghista Paola Reguzzoni, presidente della commissione bilancio, lancia una provocazione: «Penalizzati i comuni virtuosi che fanno la raccolta differenziata, come Busto. Dovremmo tornare alle “vecchie” piazzole ecologiche per ridurre i costi della raccolta e smaltimento e far pagare meno ai cittadini».

Rischio aumenti medi del 5%

In commissione bilancio transita il piano economico finanziario della Tari per il 2020, messo a punto a partire dai nuovi criteri imposti dall’authority nazionale. Criteri che, come era già stato preannunciato dall’assessore al bilancio Paola Magugliani, rischiavano di tramutarsi in un aumento medio del 5% della tassa rifiuti a carico di famiglie e imprese. Questo perché la norma che regola la Tari impone che il 100% dei costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti debbano essere interamente coperti con la tariffa pagata dai contribuenti. E se grazie al lavoro congiunto tra Comune e Agesp il 2020 è “salvo”, grazie ad un’iniezione da 700mila euro nel bilancio, dall’anno prossimo se non si trova un modo per ridurre i costi, gli aumenti dovranno essere imputati nei bollettini, nella parte variabile della Tari.

«Documento inaccettabile. Da non votare»

Ed è proprio su questo fronte che Paola Reguzzoni in commissione incalza il sindaco Emanuele Antonelli. «Un documento così è inaccettabile – afferma l’esponente del Carroccio, sventolando la tabella dei costi imputabili alla Tari – di questo documento io, che in consiglio sono una di quelle che ci capisce di più di bilanci, non ci capisco un’acca. E se tutto dipende da Arera e non possiamo scegliere, non fatemelo votare questo piano finanziario». E se il sindaco ammette che «non possiamo farne a meno», tocca alla dirigente del settore finanze spiegare che non solo «il calcolo è estremamente complicato» ma è di fatto anche “blindato” in base ai parametri di Arera, dato che si basa «sui bilanci già approvati nel 2018 e nel 2019».

Provocazione, o forse no?

Così la Reguzzoni si lancia in una provocazione delle sue: «Siccome oggi i rifiuti differenziati vengono remunerati meno rispetto al passato, i Comuni “ricicloni” come è sempre stato il nostro finiscono per essere penalizzati da questi metodi di calcolo» afferma la presidente leghista della commissione. «Lo dico come provocazione, ma ci converebbe tornare all’indifferenziata dell’epoca dei cassonetti per ridurre i costi ed evitare di aumentare la Tari». Al che il sindaco Emanuele Antonelli arriva quasi a prendere sul serio la provocazione della consigliera leghista: «Quest’anno copriamo i costi, ma più andremo avanti, anche se siamo virtuosi, dovremmo attuare politiche diverse, come quelle indicate. Altrimenti ci troveremo costretti ad aumentare la Tari». Sempre sull’onda della provocazione, rivolta al governo nazionale, Reguzzoni vorrebbe “disobbedire” ed evitare di votare in commissione un piano finanziario che, di fatto, è blindato. Ma, come fa notare il presidente del consiglio Valerio Mariani, non si può. «Come al solito siamo liberi di votare a favore…» la chiosa rassegnata di Paola Reguzzoni.

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