Tracollo Air Italy, nulla di fatto al ministero. De Micheli: «Tutelare l’occupazione»

tracollo Air Italy ministero

MALPENSA – Tutto rimandato alla prossima settimana per un «ulteriore approfondimento delle proposte avanzate». Termina così l’incontro avvenuto oggi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla crisi di Air Italy, compagnia aerea da ieri 11 febbraio in liquidazione, con il licenziamento di circa 1500 dipendenti (mille a Malpensa e 500 a Olbia). Al tavolo il ministro Paola De Micheli, i Commissari liquidatori della società Enrico Laghi e Franco Maurizio Lagro, la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessandra Todde e il presidente di Enac, Nicola Zaccheo

Tutelare l’occupazione

L’incontro al ministero è durato circa un’ora. Al termine i due liquidatori non hanno rilasciato dichiarazioni limitandosi a un laconico: «Comunicherà il ministro». Pochi minuti dopo è arrivata la nota ufficiale di De Micheli, poche parole che servono per prendere ancora un po’ di tempo e cercare di sbrogliare un’intricatissima matassa: «L’obiettivo prioritario del Governo, ribadito oggi, è la tutela dell’occupazione, motivo per cui la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia, per un ulteriore approfondimento delle proposte oggi avanzate».

L’irritazione di De Micheli

«Il governo ha ribadito ai commissari della compagnia Air Italy la sua forte irritazione per le modalità di gestione della vicenda e il mancato coinvolgimento delle istituzioni», ha comunicato inoltre il ministro De Micheli all’uscita. «Oggi ai rappresentanti dell’azienda – si legge nella nota – è stata avanzata la richiesta di esplorare percorsi alternativi alla liquidazione in bonis in grado di garantire le maggiori tutele possibili ai lavoratori, oltre alla continuità dei voli». Inoltre «sono state formulate proposte volte a evitare ulteriori difficoltà ai passeggeri e in particolar modo al traffico aereo sulla Sardegna, considerate anche le vigenti garanzie di continuità territoriale».

Il ritardo del governo

Una dichiarazione che, nonostante gli auspici ministeriali, non sembra aprire quei nuovi spiragli invocati dai dipendenti di Air Italy in presidio a Malpensa. «Vediamo se al ministero si aprono prospettive diverse, ci auguriamo possano inventarsi qualcosa di diverso da questa liquidazione in bonis che lascia per strada 1500 persone», diceva Luigi Liguori (Filt Cgil) mentre il vertice al ministero era ancora in corso. Accanto a lui tanti piloti e assistenti di volo che denunciano il colpevole ritardo con cui si è mosso il governo. «Da sette mesi mandiamo comunicazioni a Roma su quello che stava avvenendo qui dentro, una preoccupante riduzione di voli che era sotto gli occhi di tutti», racconta una hostess. «Abbiamo persino proclamato due scioperi di 24 ore e l’unica cosa che il governo è stato capace di fare è ridurli a 4 ore per limitare i disagi. E’evidente che non hanno capito la gravità». E oggi rischia di essere troppo tardi, perché davanti a una proprietà al momento sorda davanti a qualsiasi ipotesi alternativa alla liquidazione, c’è ben poco da fare.

LEGGI ANCHE:

Tracollo Air Italy ministero – MALPENSA24