La tradizione contadina di Cardano in un murales

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CARDANO AL CAMPO – La via Gramsci, San Francesco e Adige sono tre tra le arterie più importanti della città di Cardano. «Un tempo erano strade di campagna in cui non passava quasi nessuno». Al campo da calcio in cui oggi gioca la Fulgor si coltivavano i gelsi, «mentre all’area mercato si seminava frumento e mais». Fiorenzo Turri, presidente del Consorzio Agricoltori Cardanesi, ricorda come fosse ieri quando l’agricoltura era l’attività economica più importante di Cardano al Campo. Un settore che oggi è completamente sparito, «non è rimasto più nulla». Ma è una storia che i “vecchi” non vogliono dimenticare: per questo hanno voluto realizzare in via Mantegazza un grosso murales che rende omaggio alla tradizione rurale della città. E lì davanti ci porteranno i ragazzi del Consiglio comunale dei ragazzi, per tramandare una storia che non può essere dimenticata.

Il murales

Realizzato dall’artista Elisabetta Guglielmo, il murales di via Mantegazza riproduce una grossa trebbiatrice in azione, proprio come quelle che i soci del Consorzio noleggiavano ogni anno tutti insieme per separare il frumento dalla paglia. Sotto l’immagine compare una scritta in dialetto: «Chi du la machina da bat». E’ il regalo che il Consorzio Agricoltori Cardanesi si è voluto fare per l’ottantesimo di fondazione, celebrato nel 2017.

Gli agricoltori di Cardano

tradizione contadina cardanoE’vero infatti che l’agricoltura a Cardano è scomparsa, ma il Consorzio nato nel 1937 resiste con 37 soci e continua a dare un servizio. Nulla a confronto del ’52, quando erano più di 300 e insieme trebbiavano, compravano le sementi e i concimi, si aiutavano a vicenda per rendere per meno gravoso il lavoro nei campi. «Vogliamo raccontare questa storia alle nuove generazioni – dice Turri (nella foto) – e lo faremo coinvolgendo il Consiglio comunale dei ragazzi attraverso l’amministrazione comunale e la loro coordinatrice Maria Grazia Aspesi.  La tradizione contadina di Cardano merita di essere riscoperta».

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